In Europa, le aree marine protette stanno aumentando considerevolmente, come attesta il nuovo rapporto dell’Eurostat. Nel 2020, le aree marine Natura 2000 (una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’UE introdotta con una direttiva del 1992) hanno ricoperto una superficie di oltre 451.000 chilometri quadrati. Un aumento del due per cento dal 2019 al 2020, dato che fa ben sperare se messo a confronto alla crescita, in ben cinque anni (dal 2015 al 2020) del 58 per cento. Merito dell’impegno di tutti i Paesi dell’Unione, anche se nel periodo che va dal 2019 al 2020 gli unici Paesi ad avere visto un incremento molto significativo sono stati l’Italia (80 per cento) e il Belgio (4 per cento).
Nello specifico, in Italia le aree marine protette hanno raggiunto una superficie di 20.716 chilometri quadrati nel 2020 (Istat). Un’area di 9.716 chilometri quadrati più vasta rispetto al 2019 e triplicata se messa a confronto con il 2018. La richiesta avanzata dalla Commissione Europea è quindi stata esaudita dall’Italia, in grado di trovare nuovi siti marini Natura 2000 dopo l’apertura di una procedura di infrazione (EU-Pilot 8348/16/ENVI). L’Italia si posiziona così al sesto posto tra i Paese europei per tutela marina e marittima, anche se quasi la metà delle aree marine Natura 2000 dell’Unione Europea sono “merito” di soli due Stati membri. La più grande rete nazionale di aree marine protette (che copre una superficie di 132.688 chilometri quadrati) si trova infatti nelle acque costiere intorno alla Francia e insieme alla seconda rete nazionale più grande (quella spagnola, di 84.405 chilometri quadrati) fanno il 48 per cento delle aree marine Natura 2000 dell’UE.
Considerando che le aree marine protette rappresentano uno strumento essenziale della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, l’impegno dei Paesi membri è e deve essere concreto. Motivo per cui l’aumento delle aree marine protette in specifici Stati è un’importante conquista a prescindere dalla “tempistica”. Infatti, è proprio l’ Ufficio statistico dell’Unione europea a sottolineare quanto l’identificazione delle aree preziose da proteggere sia ben più difficile in mare che a terra. Ecco come la designazione dei siti Natura 2000 marini risulti meno avanzata rispetto ai siti Natura 2000 terrestri, andando anche a spiegare i presunti ritardi ma anche gli importanti aumenti annuali delle dimensioni delle aree marine protette in alcuni Stati membri dell’Unione Europea.
[di Francesca Naima]