In Francia si è verificato un ulteriore incidente nella centrale nucleare del Tricastin, un impianto che ha quasi mezzo secolo di vita e tra i più datati di tutta la nazione. In questo caso – ha annunciato Électricité de France – si è trattato di uno sversamento accidentale di effluenti radioattivi. Questi, in genere, dalla centrale vengono trasferiti ad una vasca apposita, la quale, tuttavia, non era sufficientemente libera. I reflui sono finiti cosi in un pozzetto di emergenza che, a sua volta, ha però straripato prima che gli operai potessero fare le dovute manovre. «Circa 2 metri cubi di effluenti – ha scritto l’Autorité de sûreté nucléaire (ASN) – sono fluiti nelle grondaie di raccolta dell’acqua piovana che non sono progettate per essere a tenuta stagna. Solo 1,1 m³ di effluente radioattivo sono stati recuperati mentre circa 900 l contenenti trizio si sono infiltrati nel terreno, tra il 25 novembre e l’8 dicembre, causando un’attività radiologica anormale».
L’ASN, l’autorità pubblica indipendente addetta alla sicurezza nucleare in Francia ha rassicurato che, grazie alla presenza di un recinto geotecnico, non è stata rilevata alcuna contaminazione delle acque sotterranee al di fuori del sito. Il 12 dicembre il monitoraggio ha infatti registrato un valore di radioattività di 28.900 Bq/l (bequerel per litro) di trizio, che è poi diminuito costantemente. Sebbene in questo caso, al livello internazionale, non vi sia una soglia unanime di allarme per l’acqua potabile e nonostante la fuoriuscita abbia effettivamente contaminato le acque sotterranee, queste ultime – ha ribadito l’ASN – verranno pompate all’esterno della cinta solo dopo la verifica del rispetto dei parametri.
La centrale nucleare del Tricastin rientra nei confini di un più grande complesso nucleare omonimo. Resa operativa nel 1974, è una delle più vecchie centrali nucleari francesi ed ha da non molto ricevuto il via libera ad operare per ulteriori 10 anni. Tuttavia, come anticipato, non è la prima volta che l’impianto è interessato da incidenti. Nel 2008, centinaia di tecnici vennero contaminati durante una manutenzione del reattore 4. Nel 2011, ci fu, a quanto pare senza conseguenze, un incendio nel reattore 1. Infine, nel 2013, un incidente di dinamica simile a quello verificatosi in questi giorni. Al tempo, a causa della contaminazione della falda, l’ASN aveva portato l’allarme a livello 1, mentre questa volta, per l’assenza di rischi concreti, il sistema di allerta è stato lasciato a livello 0. Ciononostante, nuovi dubbi si sollevano sull’effettiva sicurezza dell’energia nucleare, specie se parliamo di impianti vecchi oltre 40 anni. Il dibattito sul rapporto rischio-beneficio resta aperto e irrisolto.
[di Simone Valeri]
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