Secondo quanto emerge da una nuova ricerca, lo scioglimento dei ghiacciai della catena montuosa dell’Asia meridionale, l’Himalaya, sta avvenendo in maniera spaventosamente “eccezionale”. Rispetto ai ghiacciai in altre parti del mondo, anch’essi in fasi preoccupanti, i ghiacciai himalayani si stanno riducendo molto più velocemente. Lo studio condotto dall’Università di Leeds e pubblicato su Scientific Reports riporta quanto negli ultimi decenni, il ghiaccio si sia sciolto dieci volte più velocemente rispetto alla media dall’ultima grande espansione dei ghiacciai, nota come Piccola era glaciale (PEG) che ha avuto luogo circa 400-700 anni. Le dimensioni e le superfici di ghiaccio hanno perso circa il 40 per cento della loro area, passando da 28.000 chilometri quadri a circa 19.600 chilometri quadri. I ricercatori, nel periodo preso in considerazione, hanno stimato una perdita di circa 390/586 chilometri cubi di ghiaccio. Per rendersi conto della quantità, basti pensare che ciò equivarrebbe alla completa scomparsa di tutto il ghiaccio contenuto ad oggi nelle Alpi dell’Europa centrale, nel Caucaso e in Scandinavia… messi insieme.
Le zone più preoccupanti sono quelle delle regioni orientali, compresi Nepal e Bhutan, dove i ghiacciai stanno perdendo massa ancora più rapidamente; ciò sarebbe dovuto a un diverso modello meteorologico generato dall’interazione tra i i due lati della catena montuosa (segnati da caratteristiche geografiche differenti) con l’atmosfera. Lo studio dimostra anche quanto i ghiacciai stiano diminuendo più rapidamente nelle zone in cui essi finiscono nei laghi rispetto a dove è invece presente la terraferma. Motivo per cui i laghi già esistenti si stanno ampliando mentre in certi punti se ne formano dei nuovi. Una delle conseguenze più temibili è poi l’innalzamento del livello del mare, che gli studiosi hanno dimostrato essere stato tra 0,92 mm e 1,38 mm.
L’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai della catena montuosa dell’Himalaya – la quale ospita la terza più grande quantità di ghiacciai al mondo (detta per questo “il terzo polo”) rappresenta anche una grande minaccia per l’approvvigionamento idrico di milioni di persone, le quali dipendono dai principali sistemi fluviali dell’Asia per il cibo e per l’energia. Le conseguenze dello scioglimento sono tangibili da tempo per le popolazioni residenti e la ricerca non fa altro che dare dimostrazione scientifica di tali evidenti cambiamenti, attestando quanto essi siano in un momento di preoccupante accelerazione. Gli scienziati hanno predetto quanto distruttivo potrà essere l’impatto su intere nazioni e regioni, se il ritmo continuerà ad essere tanto rapido.
[di Francesca Naima]