giovedì 21 Novembre 2024

Come l’Ucraina è diventata la patria dei neonazisti europei

Sabato 1° gennaio, centinaia di membri di gruppi ultranazionalisti e neonazisti ucraini hanno organizzato una fiaccolata a Kiev per commemorare un collaboratore nazista della Seconda guerra mondiale. La marcia tenutasi nella capitale ucraina, che si è conclusa davanti all’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è avvenuta in occasione del compleanno di Stepan Bandera, un leader e ideologo dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN), che era allineato con la Germania nazista ai tempi di Adolf Hitler. 

Durante il 1943-44 Bandera e i suoi seguaci, detti “Banderisti”, si resero responsabili di diversi massacri in Volinia e Galizia orientale, provocando la morte di 80.000-100.000 polacchi e 10.000-15.000 ucraini. Negli anni della guerra, Bandera scrisse inoltre il manifesto intitolato “Rivoluzione nazionale ucraina” nel quale invitata i suoi seguaci all’annientamento dei cosiddetti nemici etnici, includendo istruzioni specifiche sull’uccisione di ebrei, polacchi e oppositori ucraini del fascismo.

L’ambasciata israeliana a Kiev ha condannato il corteo di sabato scorso invitando il governo ucraino a indagare sulle numerose “manifestazioni di antisemitismo” occorse durante la marcia. Nonostante il suo passato Bandera rimane una figura controversa in Ucraina, considerato da alcuni come un eroe che ha combattuto per l’indipendenza dell’Ucraina, mentre da altri come un fascista, criminale di guerra, e responsabile di massacri di civili e in parte dell’Olocausto in Ucraina. Anche la politica in Ucraina non ha avuto remore ad utilizzare la figura di Bandera per scopi politici, basti pensare che nel gennaio 2010, l’allora presidente Viktor Yushchenko conferì a Bandera il titolo postumo di Eroe dell’Ucraina. Decisione che venne condannata da parte della Russia e dell’Unione Europea. L’assegnazione di tale titolo a Bandera venne poi annullata nel 2011 ma nel dicembre 2018 il parlamento ucraino decise di rendere festa nazionale il 1° gennaio in memoria di Bandera

La crescita dei gruppi neonazisti in Ucraina è esplosa durante le tensioni con la Russia a seguito dell’annessione della Crimea e della guerra nel Donbass. Nelle prime fasi del conflitto, milizie come il battaglione “Azov” e il “Settore destro”, hanno preso parte ai combattimenti a fianco dell’esercito ucraino riuscendo a contenere i separatisti russi nelle regioni orientali. L’aver preso parte al conflitto ha permesso a questi gruppi di accrescere i propri consensi tra la popolazione ucraina, nonostante le loro visioni politiche razziste e intolleranti, o forse anche proprio grazie ad esse. Negli anni questi gruppi sono stati inoltre capaci di ampliare le loro influenze politiche, parti di queste milizie sono state integrate nell’esercito ucraino, arrivando anche a gestire campi di addestramento per i bambini. La crescita di questi gruppi in Ucraina ha avuto ripercussioni anche a livello sociale, sono infatti significativamente aumentati gli episodi vigilantismo e di intolleranza e di attacchi, in particolare verso la comunità LGBT, gli attivisti delle ONG che si oppongono alla guerra con la Russia, e sono stati riportati anche incidenti durante le manifestazioni per la Festa delle Donne in varie città ucraine.

La politica in ucraina ha fatto ben poco per contrastare la crescita di questi gruppi di estrema destra nel paese, anzi, molto spesso sono stati strumentalizzati per ragioni politiche. Basti pensare che varie denunce da parte delle organizzazioni internazionali sono rimaste inascoltate, già nel 2014 Amnesty International aveva chiesto al governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari ultranazionalisti. Nel 2016 un rapporto dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) condannava per crimini di guerra il Battaglione “Azov” responsabile dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura. Il crescente ruolo di queste organizzazioni estremiste rappresenta un fattore di minaccia anche per gli altri paesi dato che numerosi esponenti di gruppi estremisti e neonazisti europei sono stati addestrati in Ucraina e hanno preso parte ai combattimenti. Ad esempio, sono noti i collegamenti tra il battaglione Azov e l’estrema destra croata, uno dei leader dei veterani croati della guerra dei Balcani che è stato anche tra i fondatori del battaglione. Anche membri dell’organizzazione di estrema destra italiana “CasaPound” avrebbero preso parte a campi di addestramento in Ucraina.

La legittimazione di Azov da parte della politica ha fatto sì che tale gruppo divenisse parte integrante della Guardia nazionale ucraina, che riferisce direttamente al ministero dell’Interno. Azov inoltre possiede un’ala politica (il Corpo nazionale) e tutta una rete subculturale fatta di centri sociali, palestre, scuole di addestramento e circoli come un moderno partito di massa. Inoltre, secondo un rapporto dell’Istituto per gli studi europei, russi ed eurasiatici (IERES) della George Washington University pubblicato lo scorso ottobre, Canada, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e altri paesi occidentali avrebbero aiutato a formare estremisti di estrema destra in Ucraina. Il rapporto ha rilevato che i membri di Centuria, (organizzazione di estrema destra intenzionata a rimodellare l’ideologia dell’esercito ucraino), hanno ricevuto addestramento dai paesi occidentali sia all’estero che mentre erano all’Accademia dell’esercito nazionale di Hetman Petro Sahaidachny (NAA). La NAA riceve e ha accesso a finanziamenti e formazione da numerosi paesi occidentali, finanziamenti che a seguito delle tensioni con la Russia sono notevolmente aumentati. Europa e Usa, di fatti, al fine di indebolire il nemico russo non pare si siano fatti problemi non solo ad accettare, ma anche a cooperare, con gruppi neonazisti. Centuria si descrive come un ordine militare di “tradizionalisti europei” che mirano a “difendere” l'”identità culturale ed etnica” dei popoli europei contro “politici e burocrati di Bruxelles”. Il gruppo è guidato da persone che hanno stretti legami con il battaglione Azov, e alcuni membri di Centuria avrebbero sostenuto corsi di addestramento all’estero. Nel report vengono infatti citate l’Accademia militare di Sandhurst, Regno Unito e l’Accademia degli ufficiali dell’esercito tedesco (Die Offizierschule des Heeres, OSH) a Dresda, in Germania. 

Da un report della George Washington University appare inoltre evidente l’incapacità (o volontà) dell’esercito ucraino di controllare le attività di Centuria, lasciando presupporre che esista un certo livello di tolleranza da parte di Kiev per quanto concerne la proliferazione delle ideologie estremiste all’interno delle sue forze armate. Anche da parte degli Stati Uniti, principale alleato dell’Ucraina, non è mai arrivata una presa di posizione forte contro questi gruppi estremisti. Nonostante il Congresso abbia vietato l’uso di fondi americani per “fornire armi, addestramento o altra assistenza al battaglione Azov”, si è scelto di non inserire Azov o altri gruppi simili nella lista delle organizzazioni terroristiche per non fare un “regalo” al Cremlino. Chiudere un occhio sulle attività di questi gruppi in Ucraina appare una scelta quanto meno scellerata da parte dei paesi Occidentali considerando il livello di minaccia che i gruppi di estrema destra e neonazisti rappresentano. Stando ai dati del Global Terrorism Index, (indice che registra gli episodi di terrorismo su scala globale), nei paesi occidentali gli incidenti ricollegabili a gruppi di estrema destra sono aumentati nel 250% negli ultimi 5 anni

[di Enrico Phelipon]

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