A Vicenza inizierà la vendita di prodotti ortofrutticoli certificati “privi di Pfas”. Un’iniziativa risultato dell’ormai allarme globale che sta interessando il Veneto e di cui si sono fatte portavoce associazioni No Pfas, come Mamme No Pfsas e Cillsa. Si tratta della profonda contaminazione delle falde acquifere nei campi coltivati situati nell’area comprendente Vicenza, Verona e Padova; una situazione gravissima e confermata anche dai risultati di una ricerca sperimentale, effettuata nei principali bacini fluviali italiani dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero dell’Ambiente, i quali indicano la presenza di PFAS in acque sotterranee, superficiali e acque potabili.
Ma cosa significa PFAS? La sigla indica Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici), famiglia di composti chimici utilizzata prevalentemente in campo industriale. Nello specifico, si tratta di acidi molto forti usati in forma liquida, caratterizzati da una struttura chimica la quale conferisce loro una particolare abilità termica che li rende resistenti ai principali processi naturali di degradazione. Fin dagli Cinquanta, i PFAS vengono utilizzati nel trattamento di pelli e tappeti, nella produzione di carta e cartone, nei rivestimenti delle padelle antiaderenti, nella schiuma antincendio e nella produzione di particolari capi di abbigliamento, per via delle loro caratteristiche idrorepellenti (impermeabilizzazione).
Se smaltite non correttamente o illegalmente nell’ambiente, queste sostanze penetrano nelle falde acquifere e, tramite l’acqua, raggiungono i campi agricoli, contaminandoli. Tali composti sono nocivi per la salute dell’uomo e degli animali, e possono causare diverse patologie. Ad esempio, possono compromettere gravemente il sistema endocrino e influire nella crescita e nella fertilità, ed essendo considerate anche sostanze cancerogene, si ritiene che una lunga esposizione a esse possa causare l’insorgenza di tumori ai reni e ai testicoli, lo sviluppo di malattie tiroidee, ipertensione gravidica e coliti ulcerose.
Il comune di Arzignano – nel vicentino – ha quindi deciso di dare il via alla vendita ortofrutticola certificata “libera da Pfas”, con la destinazione di dieci nuovi posteggi al mercato contadino del giovedì. I venditori di tali prodotti dovranno presentare una certificazione rilasciata da un laboratorio di analisi accreditato, relativa alla qualità dell’acqua dei pozzi utilizzata dall’azienda e attestante l’assenza di PFAS e altre sostanze nocive. Dovranno, inoltre, indicare la filiera di produzione dei propri prodotti, dichiarando il nome del produttore, l’indirizzo dei campi o degli allevamenti, la data del raccolto, l’origine specifica dei mangimi con informazioni sugli stessi attestanti l’assenza di PFAS, l’ubicazione dei pozzi, l’assenza di concimi chimici e l’eventuale utilizzo di pesticidi con l’indicazione di nome e tipologia.
Le stesse regole varranno per i prodotti trasformati – come pane e formaggi -, e saranno esclusi i prodotti provenienti da campi trattati con il pericoloso erbicida glifosato. Infine, i venditori sono caldamente invitati a evitare l’utilizzo della plastica per le confezioni e dovranno esporre chiaramente tutte le informazioni richieste, affinché i consumatori che si avvicineranno al banco per l’acquisto, possano leggerli con facilità.
[di Eugenia Greco]