Sono molte le personalità politiche a richiedere le dimissioni del premier inglese Boris Johnson a seguito delle rivelazioni sulla sua partecipazione ad un evento organizzato nei giardini della residenza ufficiale in Downing Street nel maggio 2020, in pieno lockdown per la pandemia da covid-19. Johnson si è scusato ufficialmente ieri 12 gennaio, ma tanto non è bastato per quietare le critiche nei suoi confronti. Tra coloro che ne richiedono le dimissioni, oltre al fronte dell’opposizione, vi sono anche figure di spicco appartenenti al suo stesso partito, come i leader conservatori scozzesi William Wragg e Douglas Ross, che definiscono la sua posizione “insostenibile”. Per mettere seriamente in bilico la posizione del premier, tuttavia, servirebbe una lettera di sfiducia firmata da almeno 54 deputati conservatori su 360 presenti in Parlamento.