78 milioni di euro: questo il costo attuale delle operazioni militari italiane nell’Europa Orientale. Qui l’Italia si trova a sostenere le missioni della NATO, la quale ha schierato un ingente dispiegamento di forze in vista di un possibile conflitto militare con la Russia. Si tratta di assetti terresti, aerei e navali che potrebbero essere ulteriormente aumentati di numero e che contribuiscono al pattugliamento delle frontiere orientali europee, dal Mediterraneo sino alla Lettonia.
La contesa del territorio dell’Ucraina, Paese di importanza strategica sia per gli Stati Uniti che per la Russia, sta ventilando da settimane l’ipotesi di un imminente conflitto tra i due poli dell’assetto mondiale. In caso di effettiva esplosione di una guerra, l’Italia dovrebbe intervenire insieme alla NATO (l’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord) contro Mosca: per tale motivo lungo i confini dell’Europa Orientale sono stati dispiegati assetti militari terrestri, aerei e navali. Ma qual’è il costo di un tale schieramento?
Allo stato attuale delle cose, il costo complessivo delle operazioni militari italiane nell’Europa Orientale si aggira intorno ai 78 milioni di euro, secondo quanto rilevato da Milex, l’Osservatorio sulle spese militari italiane. In particolare, per le missioni aeree sono stanziati 4 caccia Typhoon, che compongono la cosiddetta Black Storm, e 140 uomini, assetto che può essere aumentato fino a 12 aerei e 260 uomini per un valore complessivo di 33 milioni di euro, stanziati nel 2021.
Per quanto riguarda le missioni navali, nel Mar Nero si trovano la fregata di ultima generazione Carlo Margottini e il cacciamine Viareggio le quali, con un totale di 200 uomini di equipaggio, sono state finanziate nel 2021 con 17 milioni di euro. Nelle prossime settimane verrà inoltre avviata un’esercitazione congiunta nel Mediterraneo Orientale con le portaerei americana e francese e l’italiana Cavour, dal momento che Mosca sta concentrando in quest’area “una flotta senza precedenti” secondo quando riportato da Milex.
Infine 200 alpini della Brigata Taurinense verranno schierati, in caso di conflitto, nelle foreste lettoni, “altro potenziale fronte caldo in caso di confronto militare con la Russia”. Insieme a loro saranno messi in capo “decine di carri armati ruotati Centauro“, parte di un gruppo di uno schieramento tattico di oltre 1200 soldati con base a nord della capitale lettone Riga. Costo della missione: 27 milioni di euro.
L’esplosione del conflitto tra le due parti è tutt’altro che certo e resta da vedere quale sarà la partecipazione effettiva del contingente NATO, che potrebbe limitarsi al solo rifornire di armi l’Ucraina.
[di Valeria Casolaro]
Siamo uno stato vittima del sistema su tutti i fronti.
Sistema che purtroppo non intendiamo in alcun modo allontanare da noi (parlo dei vertici a capo di un governo illegittimo ovviamente).
Finché non riusciremo ad opporre a questa casta politica di venduti un’alternativa plausibile e fondata su valori reali accadrà questo e saremo impotenti come cittadini.
L’Italia ripudia la guerra…
Vergognoso dispiegamento di forze armate per una situazione che non dovrebbe toccarci.. il problema è che l’Ucraina è l’avamposto dell’élite liberali che vogliono esportare la rivoluzione colorata anche in Russia, altro che democrazia. Se pensiamo poi ai soldi che si stanno spendendo su questo fronte, sale l’odio verso la democrazia liberale, i poteri sovranazionali che non vogliono vengano spesi per sanità e per la lotta all’invasione che sta avvenendo dal Nord Africa…spero che il sistema collassi e che coloro che lo alimentano ed i loro servi, vengano appesi!! ATTENTATO ALLA NOSTRA E ALLE ALTRE DEMOCRAZIE.
Poi però per il caro bollette coprono a malapena il 6% dei rincari, la riforma dell’irpef è una barzelletta dove addirittura molte famigli (me compreso) prenderanno meno soldi rispetto a prima, addirittura! Ma questi spendono e spandono per operazioni militari inutili! Penso che se esiste una giustizia divina, parecchie persone del nostro tempo dovranno bruciare all’inferno!