martedì 5 Novembre 2024

Amazon ha cominciato a comprarsi i programmi scolastici americani

L’Inland Empire è una regione metropolitana della California meridionale con circa 4,5 milioni di abitanti, adiacente alla California costiera della contea di Los Angeles, le cui due maggiori città sono San Bernardino e Riverside. Questa zona è dominata dalla presenza di Amazon: i suoi camion e i suoi furgoni sono dappertutto e intasano il traffico della regione; l’azienda di Jeff Bezos è il maggior datore di lavoro. Nell’Inland Empire, in cui l’80% della popolazione appartiene a comunità afroamericane e latinoamericane, Amazon impiega circa 40.000 lavoratori (il doppio rispetto alla situazione pre-pandemica) in ben 14 centri logistici e due hub aerei. Dal 2018, la Cajon High School di San Bernardino ha dato vita ad Amazon Logistics and Business Management Pathway, una serie di corsi “di marca” sul settore della logistica. Leggendo i programmi dei corsi è semplice capire il perché dell’interesse della multinazionale verso la formazione dei giovani, quello che si insegna infatti non è logistica dal punto di vista esclusivamente tecnico, ma una vera e propria dottrina del mondo del lavoro e dello sviluppo progettato dall’azienda di Jeff Bezos.

Sono 96 gli studenti attualmente iscritti al percorso di studi offerto da Amazon, che ha speso 50.000 dollari per fornire i materiali necessari per avviare il programma. Sul sito del Distretto Scolastico si legge: «L’Amazon Logistics Pathway presso la Cajon High School è il primo nel suo genere, che insegna agli studenti la tecnologia delle informazioni e delle decisioni, i sistemi di gestione e la leadership aziendale. Il programma consente agli studenti di praticare capacità di pensiero innovative e critiche mentre sviluppano soluzioni ad autentici problemi logistici vissuti da Amazon». Insomma, un bell’affare per Bezos che con un piccolissimo investimento potrà avere qualche idea e soluzione a costo irrisorio, assicurandosi di poter formare a suo piacimento le nuove generazioni dell’Inland Empire, la quale potrebbe essere rinominata Amazon Empire.

L’aula dove si svolgono i corsi della Amazon Logistics and Business Management Pathway di San Bernardino

Il corso di formazione, tutt’altro che imparziale, propone le tecniche utilizzate all’interno del colosso come linee standard e modelli che non possono essere cambiati ma solo implementati. Per tale motivo nei programmi si affrontano i principi del taylorismo, imperanti nella gestione scientifica del lavoro di Amazon orientata alla massima efficienza di produzione. Proprio sulla base dei principi elaborati da Frederick Taylor, il colosso creato e guidato da Bezos ha imposto politiche del lavoro disumane in cui il controllo e la gestione del tempo sono spinti a livelli estremi, tali da non tener di conto neanche dei bisogni fisiologici umani. Proprio in tal proposito, nel percorso formativo ci si sofferma anche sullo studio della piramide dei bisogni di Maslow e come questa possa essere utilizzata per aumentare l’efficienza dei lavoratori.

Altro argomento scottante che riguarda Amazon e il suo modello di lavoro è l’organizzazione sindacale, o meglio, la mancanza di organizzazione sindacale. Il corso specifico si chiama “Gestione delle risorse umane e delle relazioni sindacali” in cui si spiega come formare e valutare il lavoratore e quali siano le importanti da sapere riguardo l’organizzazione dei lavoratori. Come parte di questo corso, gli studenti partecipano ad uno stage di lavoro presso Amazon oppure in altra azienda del settore logistico.

“Logistica e concetti globali” è il nome di uno dei corsi proposti nel programma formativo sponsorizzato da Amazon: gli studenti apprendono le catene di approvvigionamento globali, per cui Amazon ha dimostrato una enorme capacità di gestione. Amazon e “il suo impatto sui settori dell’e-commerce e della logistica” riguarda la storia evolutiva e organizzativa dell’azienda e la sua visione.

Il percorso di studi viene svolto all’interno di una classe per cui, come detto all’inizio, Amazon ha sborsato 50.000 dollari per i materiali, oltre che per lo studio e l’applicazione di un ambiente che ponesse gli studenti in uno stato di sudditanza al colosso di Bezos. L’aula, colorata con i colori dell’azienda, è ricoperta di scritte sui muri in cui si riportano gli slogan e i principi che ogni lavoratore Amazon deve sapere e rispettare: insomma, sui muri dell’aula vi è la “Bibbia di Amazon”, i “Comandamenti di Bezos”. In occasione dell’inizio dei corsi del 2019, la preside della Cajon High School, Teenya Bishop, come una normalissima dipendente Amazon, è stata fotografata con la polo – la divisa – dell’azienda.

Corina Borsuk, portavoce del distretto scolastico unificato di San Bernardino, in merito alle critiche poste ha risposto: «Il percorso prende il nome da Amazon in ringraziamento per la generosa donazione dell’azienda e Amazon è stato portato come esperto del settore, qualcosa che tutti i percorsi di apprendimento collegato dovrebbero avere».

Il percorso formativo targato Amazon della Cajon High School non è l’unico in cui l’azienda è protagonista: diverse scuole e altre organizzazioni giovanili partecipano al programma Amazon Future Engineers. Proprio seguendo quest’ottica di formazione e fidelizzazione diretta di migliaia e migliaia di giovani, all’inizio di questo anno Amazon ha annunciato una partnership con Girl Scouts of the USA (GSUSA).

Insomma, colossi multinazionali come Amazon non si accontentano di vendere e far enorme profitto monopolizzando interi settori ma vogliono, oltre che la forza lavoro, anche la mente delle nuove generazioni in un percorso di fidelizzazione molto pressante che sembra voler sostituire le vecchie carcasse della propaganda e della formazione statale. Amazon, e soggetti affini, stanno ponendo le basi per una graduale sostituzione delle prerogative pubbliche e statali.

[di Michele Manfrin]

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