In Italia sono dieci le strutture adibite a CPR, ovvero Centri di Permanenza per il Rimpatrio, nelle quali viene messa in atto la misura di detenzione amministrativa. In sostanza persone che non hanno commesso alcun reato, se non quello di aver superato i confini italiani senza documenti, vengono private della propria libertà personale e chiuse in vere e proprie prigioni in attesa di essere rimpatriati nei loro Paesi di origine. In Italia i CPR si trovano a Torino, Milano (riaperto a ottobre 2020), Bari, Brindisi, Isonzo, Macomer, Gradisca d'Isonzo, Roma, Caltanissetta, Palazzo San Gervasio e ...
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La tristezza è che sulla vita di tanta povera gente cade una indegna speculazione politica bi-partisan.
Ottima l’inchiesta
Ma succede qualcosa o finisce come sempre in questo meraviglioso paese?
Tutto fa brodo per attaccare il ‘liberismo’. I trafficanti di esseri umani campano di protezione e soldi pubblici, in un sistema garantito dalla inefficienza delle strutture statali. A cominciare dalla Polizia, prima responsabile del caos nella gestione dell’immigrazione.
Non ho capito come si arriva a 40.150 €/die.
Grazie!
Condivido pienamente l’articolo anche se c’è una “dimenticanza” fondamentale… l’aspettò educativo che non può mancare anche se, come detto giustamente, il periodo di detenzione dovrebbe essere breve. Ma non lo è mai…
Ottima inchiesta