Per la prima volta una donna è guarita dall’HIV grazie a una cura effettuata tramite il trapianto di cellule staminali prelevate da un cordone ombelicale. Una svolta importantissima nella medicina, che alimenta la speranza di trovare terapie e soluzioni mediche al virus dell’AIDS. La donna, di mezza età e residente a New York, ha contratto l’HIV nel 2013. Col passare del tempo, l’infezione si è evoluta in un tumore del sangue – la leucemia mieloide acuta –, il quale ha portato la paziente a sottoporsi al trapianto a base di sangue cordonale, quattro anni dopo. I medici hanno presentato il caso martedì 15 febbraio 2022 alla Conferenza sui Retrovirus e le infezioni Opportunistiche a Denver, ma i risultati non sono stati ancora diffusi.
La terapia medica ha avuto inizio con un potente ciclo di chemioterapia, al fine di distruggere le cellule malate del sangue e rimpiazzarle con quelle staminali prelevate da un familiare compatibile alla donazione. Successivamente, la donna ha ricevuto altre cellule staminali provenienti dal sangue del cordone ombelicale di un neonato non consanguineo, ma portatore della mutazione necessaria a rendere le cellule resistenti all’HIV. Dopo la cura, la paziente ha smesso di prendere le medicine per il trattamento anti-retrovirale contro il virus, il quale non viene individuato nel suo organismo da 14 mesi. Secondo gli esperti, però, non è ancora detta l’ultima parola. Il virus, infatti, potrebbe essere entrato in uno stato temporaneo di “latenza” e, se così fosse, potrebbe ripresentarsi. Inoltre, se effettivamente il soggetto dovesse essere completamente guarito, la terapia non sarebbe applicabile a chiunque. Difatti, la condizione fondamentale per sottoporsi al trapianto è paradossalmente una diagnosi di cancro al sangue.
La paziente di New York non è l’unica a essere guarita dall’infezione. Ci sono stati altri due casi, precisamente a Berlino e Londra, in cui la guarigione dei soggetti – anche loro malati di leucemia – è stata ottenuta grazie al trapianto di cellule staminali prelevate dal midollo osseo di donatori. Il primo, ha ricevuto il trapianto nel 2008 e ha vissuto sano fino al 2020, quando è venuto a mancare per via di una recidiva del cancro. Il secondo paziente si è sottoposto al trapianto ed è guarito dall’AIDS nel 2019, dimostrando che, sia lui che il paziente di Berlino, sono guariti grazie alle cellule staminali provenienti dal midollo di persone portatrici di una mutazione rara che protegge dal virus dell’HIV.
I due guariti, tuttavia, hanno manifestato serie forme di rigetto, come la perdita dell’udito o la malattia del trapianto contro l’ospite (le cellule del donatore attaccano l’organismo del ricevente). Cosa non accaduta, invece, alla “paziente di New York”, la quale non ha accusato particolari effetti collaterali. Non è ancora chiaro quale sia effettivamente il motivo per cui le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale funzionino così bene. Secondo gli esperti è quasi ormai comprovato che queste siano in grado di adattarsi facilmente a nuovi organismi.
[di Eugenia Greco]