giovedì 21 Novembre 2024

Il Parlamento italiano fa un altro regalo alle multinazionali del tabacco

Il cosiddetto decreto legge Milleproroghe, dopo la fiducia accordata dalla Camera il 21 febbraio ed il voto finale del giorno seguente, dovrà ora essere approvato definitivamente dal Senato: al testo, però, sono state apportate alcune modifiche passate in sordina ma estremamente rilevanti, in quanto costituirebbero un vero e proprio regalo per le multinazionali del tabacco. Al suo interno, infatti, è stato inserito l’articolo 3-novies, che prevede il congelamento del previsto aumento del 5% delle accise sulle sigarette elettroniche nonché l’arrivo sul mercato di un nuovo prodotto: le “nicotine pouches”, ovvero bustine di nicotina da inserire tra il labbro superiore e la gengiva che permettono di assorbire la sostanza senza alcuna combustione. Non si tratta comunque della prima volta che in Italia ci si muove a favore delle aziende del tabacco: basterà ricordare l’emendamento alla finanziaria, presentato nel dicembre scorso da quattro parlamentari leghisti, atto ad eliminare l’incremento progressivo dell’incidenza fiscale per il 2022 e il 2023 applicata al tabacco riscaldato, un settore nel quale la Philip Morris International (PMI) gioca il ruolo di leader mondiale.

Per quanto riguarda il congelamento dell’aumento delle accise, nello specifico, quella per i prodotti succedanei dei prodotti da fumo viene prorogata “al 20 e al 15 per cento dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022”, mentre poi viene abbassata “al 15 e al 10 per cento dal 1°aprile 2022 fino al 31 dicembre 2022”. Tutto ciò si tradurrebbe dunque in introiti aggiuntivi per 7 milioni e 200 mila euro per le multinazionali del tabacco, essendo questa la cifra che viene indicata come “oneri derivanti dal comma 1”, ossia quello che ha introdotto le disposizioni sulle accise appena citate. Un importo a cui lo Stato italiano farà fronte tramite risorse che arrivano da fondi Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) e, per circa 1 milione, dalle nuove imposte: le “nicotine pouches”, infatti, saranno soggette ad “imposta di consumo pari a 22 euro per chilogrammo”.

Di conseguenza, probabilmente con la motivazione di coprire le spese, è stato dato il via libera a questo nuovo prodotto, che però non solo a sua volta beneficerà delle accise più basse, ma sembrerebbe fare felici i colossi del tabacco. In particolare, potrebbe ritenersi soddisfatta la British American Tobacco (BAT), ovverosia la seconda più grande azienda mondiale produttrice di sigarette. Quest’ultima, infatti, starebbe pensando di avviare la produzione delle nicotine pouches nello stabilimento che aprirà a Trieste, per il quale saranno investiti fino a 500 milioni di euro nell’arco di 5 anni.

Detto ciò, merita menzione anche il modo in cui si è arrivati ad introdurre nel testo quanto detto finora. La modifica, infatti, è stata approvata a larga maggioranza: ad opporsi sono stati in pochissimi, tra cui il deputato di Alternativa ed ex membro del Movimento 5 Stelle Raffaele Trano che, tramite delle dichiarazioni rilasciate al giornale Tag43, ha denunciato non solo il fatto che «queste norme-riforma entrino con emendamenti notturni» ma altresì che siano appunto supportate da «partiti come il Movimento 5 stelle, che un tempo le denunciava mentre oggi nemmeno si astiene». Anche Forza Italia però ha votato contro, con il vicecapogruppo a Montecitorio Raffaele Nevi che ha affermato: «È impensabile inviare un emendamento così complesso, che regolamenta di fatto un intero settore, poco prima di metterlo in votazione e senza discuterne in maggioranza».

[di Raffaele De Luca]

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