domenica 22 Dicembre 2024

Messico, gli indigeni sconfiggono una compagnia mineraria

Ufficialmente cessate le licenze minerarie concesse all’azienda canadese Almaden Minerals Ltd nello Stato di Puebla, in Messico: è la decisione della SCJN (Suprema Corte de Justicia de la Nación), i cui ministri hanno votato all’unanimità appoggiando per la prima volta una comunità di nativi, nello specifico gli indigeni Nahua dei Tecoltemi ejido, nel comune di Ixtacamaxtitlán de Puebla. Questi avevano presentato per la prima volta ricorso nel 2015, dopo che sia nel 2003 che nel 2009 la Minera Gorrión, capitanata appunto da Almaden Minerals Ltd, aveva ottenuto le dovute licenze per le attività di esplorazioni su più di 14.000 ettari di territorio a Ixtacamaxtitlán. Grazie anche all’intervento dell’organizzazione Fundar e del Consejo Tiyat Tlali, gli autoctoni in Messico sono stati per la prima volta nel Paese, ascoltati. La Corte Suprema ha infatti riconosciuto la violazione del diritto al consenso da parte della comunità indigena, regolato dall’articolo 2 della Costituzione e dalla Convenzione 169 sui Popoli Indigeni e Tribali dell’International Labour Organization (ILO).

Da parte dei ministri della Primera Sala della SCNJ è partita la “condanna” nei confronti dello Stato messicano, il quale non ha rispettato l’obbligo di consultazione e non ha quindi ottenuto il consenso da parte delle popolazioni che vivono nel territorio. Con il riconoscimento della mancata consultazione preventiva i ministri hanno ordinato l’annullamento delle concessioni, anche se è stata da loro respinta un’altra importante richiesta dei ricorrenti: dichiarare incostituzionali alcuni articoli della legge mineraria. Nonostante la vittoria ottenuta, le organizzazioni che rappresentano le comunità interessate hanno fatto sapere che tale sentenza è solo un primo step verso una società più giusta per tutti e che non smetteranno di combattere.

Infatti, sebbene il risultato sia estremamente importante, solo uno dei cinque ministri della Primera Sala ha riconosciuto quanto alcuni articoli costituzionali (nello specifico 6, 15 e 19 sezioni IV, V, VI E XII) violino già a priori il diritto alla terra e al territorio delle popolazioni indigene. In parole povere, i Ministros hanno dato ragione ai ricorrenti per quanto riguarda le concessioni avvenute senza consultazione, ma continuano a sostenere che la legge mineraria abbia il solo obiettivo principale di regolamentare l’attività in sé e non altri aspetti della vita sociale ed economica. Motivo per cui, dalla SCNJ giustificano la loro scelta precisando come la legge in questione non sia direttamente correlata agli interessi e ai diritti dei nativi. Viene da sé quanto strida tale giustificazione, visto che è riconosciuto e provato quanto qualsiasi attività mineraria o titolo di concessione abbia ovvie conseguenze, dirette e immediate, sulle popolazioni del territorio interessato.

[di Francesca Naima]

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