Nei giorni scorsi vari gruppi di camionisti hanno protestato da nord a sud contro il caro energia e quindi contro l’aumento dei costi del carburante paralizzando il traffico su decine di strade italiane. Diversi presidi si sono registrati soprattutto nel Mezzogiorno, in particolare in Puglia, Campania e Sicilia, dove il 24 febbraio i manifestanti hanno occupato per metà mattinata il porto di Palermo e, qualche ora prima, il casello di San Gregorio a Catania. Sulla questione è tornata il viceministro delle Infrastrutture, Teresa Bellanova, durante un’audizione alla Camera, dove ha affermato l’intenzione di «dare, insieme, una risposta» ai problemi, ma contrastando e impedendo fortemente ogni illegalità.
Regioni e Stato sembrerebbero, almeno fino ad ora, su due lunghezze d’onda differenti: da un lato, ad esempio, il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha annunciato il proprio sostegno ai camionisti dicendo che: «A voi autotrasportatori abbiamo dato fin dal primo momento il sostegno del governo regionale, anche con lo stanziamento di 10 milioni di euro destinato alla categoria. Le soluzioni in questo settore, però, non possono che arrivare da Roma». Per questo motivo Musumeci ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini un incontro urgente, ricordando che in caso di una mancanza di risposte tempestive organizzerà una delegazione di funzionari e lavoratori del settore per andare nella capitale ed essere ricevuti. Dall’altro lato, il Governo manifesta la «massima disponibilità» a un confronto con l’obiettivo di «entrare nel merito delle questioni», non proponendo però azioni concrete e immediate sul miglioramento delle condizioni dei lavoratori, nonostante il settore venga definito da Teresa Bellanova, in audizione alla Camera, come «strategico per il Paese». L’unica certezza, secondo lo stesso viceministro delle Infrastrutture, è che oggi «non può essere tollerata alcuna illegalità. Nessuno può permettersi di impedire a un altro di svolgere la propria funzione».
[Di Salvatore Toscano]
“Andrà tutto bene”…non se ne vedono più sui balconi..povera Italia pecorona…
Le proteste non sono ammesse in dittatura! Rassegnatevi che fate prima, avreste dovuto capirlo quando stavano togliendo le libertà personali a milioni di cittadini per colpa di una cazzo di influenza, ma siccome ognuno ha pensato al proprio orticello di merda, ora questo è quello che avete ottenuto, quindi zitti e muccia e a lavoro per un tozzo di pane, o se preferite disoccupati e senza stipendio, la scelta è vostra! Viva l’Italia!
E se ci fossero dei partiti politici che davvero hanno a cuore i diritti degli ormai servi della gleba, replicherebbero avvertendo il governo che la gente non tollererà limitazioni alle libertà naturali, legittime e costituzionalmente previste. Purtroppo in italia non esistono partiti di opposizione, ma solo partiti di finzione.