Oggi, 7 marzo, si è tenuta a Firenze la prima udienza del processo di appello-bis per “la strage di Viareggio”, l’incidente ferroviario che nel 2009 costò la vita a 32 persone, ferendone più di un centinaio. Tra gli imputati chiamati a rispondere dell’accaduto c’è in aula Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Trenitalia, che in occasione del primo appello decise di rinunciare alla prescrizione e fu condannato a 7 anni. La Cassazione ha però annullato con rinvio la sentenza, stabilendo che Moretti dovesse chiarire in appello-bis l’intenzione di rinunciare o meno all’istituto giuridico, visto che la sua decisione arrivò prima che cadesse in prescrizione l’accusa di omicidio colposo plurimo, venuta meno per la caduta dell’aggravante della violazione di norme sulla sicurezza sul lavoro. Così oggi, di fronte alla corte di Firenze, l’ex ad di Trenitalia è ritornato sui propri passi, dichiarando di non voler rinunciare alla prescrizione.
L’udienza di questa mattina, la prima del processo di appello-bis, è stata presto interrotta per volere della prima camera di consiglio a causa di una mancata traduzione in tedesco, che è la lingua di alcuni imputati, della sentenza della Corte di Cassazione. Così è stato disposto un rinvio al 7 aprile, accogliendo l’istanza presentata proprio dai difensori degli imputati tedeschi. Al termine dell’udienza alcuni familiari delle vittime, arrivati in corteo al tribunale di Firenze, si sono avvicinati al banco di Moretti, urlandogli la propria rabbia e disapprovazione. L’ex ad di Trenitalia si è subito allontanato, facendo scattare un applauso polemico all’interno dell’aula.
[Di Salvatore Toscano]
I farabutti in questo paese di corrotti hanno sempre la meglio.