Un documentario di 47 minuti (visibile sulla piattaforma streaming OpenDDB) diretto da Leonora Pigliucci e Claudio Marziali, premiato con la menzione speciale al Festival del Cinema di Bellaria 2019 e tuttora in fase di distribuzione in Italia e all’estero. L’idea del documentario nasce dalla sensibilità dei due registi verso tematiche ecologiste e il desiderio di conoscere più a fondo la quotidianità di una comunità che richiama alla mente la Biblica storia di Davide e Golia, ma la realizzazione non è stata priva di difficoltà. Gli Hambachers sono schivi, non hanno nessun desiderio di pubblicità respingono ogni forma di protagonismo e diffidano di telecamere e macchine fotografiche. Infatti non amano farsi fotografare e spesso si mostrano con il viso coperto, non hanno documenti e usano dei soprannomi per non essere identificabili, principalmente per paura di ritorsioni e repressione da parte della polizia e dal servizio di sicurezza privato della potentissima RWE.
I due autori per riuscire ad introdurre le loro telecamere all’interno della comunità hanno dovuto fare un vero e proprio percorso di integrazione per conquistare la loro fiducia, condividendo con loro tutte le attività della vita quotidiana e collaborando attivamente in tutti i vari aspetti della resistenza. Gli Hambacher, che dal 2012 vivono nella foresta millenaria di Hambach nel nord della Renania in Germania, sperimentano un modello unico di resistenza ecologista ma anche di una vita diversa che si allontana dagli attuali modelli condizionati da un’invasiva tecnologia e suggeriscono una convivenza più consapevole in armonia con tutti gli elementi della natura. La filosofia degli Hambachers, fondata sui principi di un’assoluta uguaglianza e libertà tanto da diventare oltre che un esempio di disobbedienza civile un simbolo per tutti gli ecologisti di mezza Europa, di fatto si ricollega ai valori sostenuti dall’Hambacher Fest, importante manifestazione popolare, svoltasi per la prima volta nel maggio 1832 presso il Castello di Hambach, e che coinvolse allora come adesso persone provenienti da diversi Paesi, accomunate da ideali di democrazia, libertà, libertà di parola e di stampa e impegno civile.
Il lavoro di Leonora Pigliucci e Claudio Marziali ci introduce in una dimensione apparentemente astratta e assolutamente utopistica ma non è così. La vita quotidiana e le azioni di tutti gli appartenenti alla comunità è assolutamente reale e si oppone con azioni concrete alle ruspe del colosso energetico tedesco RWE, una multinazionale che gestisce miniere di carbone a cielo aperto e che vorrebbe trasformare la foresta di Hambach, vecchia di 12.000 anni e già ridotta del 90%, nell’ennesimo bacino estrattivo per il carbone. Attualmente in quello che rimane della foresta di Hambach si ritrovano attivisti ed attiviste da ogni parte della Germania e da altri paesi nord europei, principalmente dall’Olanda e dal Belgio, unendo in un unico ideale ogni tipo di attivismo politico e sociale, incrociando e sviluppando lotte vecchie e nuove, inserendosi di fatto come prima linea del fronte nella lotta contro il cambiamento climatico e contro il modello di produzione imposto dall’economia capitalistica.
Gli Hambachers hanno fatto una scelta radicale contrastando con una forma pacifica questa devastazione, prima di tutto vivendo nella foresta nell’assoluto rispetto di quanto li circonda, facendo degli alberi la loro casa, del sottobosco un luogo di aggregazione e convivialità, della loro presenza fisica e costante una barriera contro l’insensata ricerca di un profitto che non si cura della desolazione che lascia dietro di se, e sono ben consapevoli che solo una presa di posizione estrema portata avanti con determinazione e coraggio, potrà indurre in un auspicabile futuro ad un cambiamento di direzione.
[di Federico Mels Colloredo]