Ieri 14 marzo è iniziata in Norvegia Cold Response 2022, un’esercitazione della NATO organizzata con cadenza biennale nel Paese scandinavo. Fino al primo aprile, circa 30.000 soldati provenienti da 27 Paesi dell’Europa e del nord America prenderanno parte all’addestramento, accompagnati da 200 aerei e 50 navi. L’obiettivo è verificare e implementare le abilità delle forze NATO, testando la loro “capacità di lavorare insieme anche in ambienti particolarmente freddi”, dove “il minimo errore può risultare fatale”.
La nascita del progetto, risalente al 2006, quando parteciparono alla prima esercitazione 11 Paesi con una forza di circa 10.000 soldati. Con il passare del tempo le cifre sono cambiate, arrivando all’edizione del 2020, dove più di 15.000 truppe presero parte alle operazioni in Norvegia, così come riporta il Dipartimento della Difesa statunitense. Cold Response 2022 conterà, invece, sulla presenza di 27 Paesi e circa 30.000 soldati. Una edizione da “record” quindi, che non potrà far altro che surriscaldare ulteriormente la temperatura nei rapporti con la Russia, confinante in un breve tratto a nord proprio con la Norvegia.
Al 2011 risale il Documento di Vienna, un tentativo volto a rafforzare la fiducia e la trasparenza fra i 57 membri dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Tra le diverse misure, è stata introdotta la possibilità per i membri dell’Organizzazione non facenti parte della NATO (tra cui la Russia) di partecipare, in qualità di osservatori, alle sue esercitazioni. Mosca ha rinnovato il rifiuto opposto alla partecipazione negli ultimi anni, ribadendo la propria contrarietà nei confronti degli addestramenti NATO, e in particolare per Cold Response, giudicata troppo vicina ai propri confini. Negli ultimi anni le esercitazioni NATO vicine ai confini russi si stanno moltiplicando. Ad esempio, tra aprile e maggio del 2020 è avvenuta l’esercitazione DEFENDER-Europe 20, definita dalla stessa NATO come il “più grande dispiegamento di forze militari americane in Europa degli ultimi 25 anni, con 20.000 soldati statunitensi“, arrivati sul suolo europeo, in particolare a nord e a Oriente, come in Lettonia e Polonia. A questa si aggiungono altre esercitazioni avvenute nel 2021 a ridosso dei confini russi, come nel caso dell’addestramento Sea Breeze che ha visto nel Mar Nero la presenza di 32 navi da guerra, 40 aerei e 5.000 soldati inviati da più di 30 Paesi fra Stati membri della NATO e partner dell’Alleanza.
[di Salvatore Toscano]
e a maggior ragione mi sembra che Putin non avesse alternative. Sta facendo una guerra, ma non è agghiacciante come ci vogliono far credere. Se avesse voluto fare danni veri ci sarebbero bastati 2 giorni. Lo hanno circondato e lui si è dovuto proteggere. Basta supremazia della Nato, la smettessero di mostrare i pugni e se ne tornassero al loro paesello