La propaganda bellica ha avuto in passato e ha tuttora un ruolo fondamentale nei sistemi liberali occidentali: la prima operazione propagandistica di un governo moderno ai fini di guerra è stata messa in atto negli Stati Uniti dall’amministrazione di Woodrow Wilson nel 1917 per convincere la popolazione americana a prendere parte al Primo conflitto mondiale, considerato che la quasi totalità dei cittadini statunitensi era pacifista e contraria ad un intervento in quelli che venivano considerati affari di pertinenza esclusivamente europea. Al contrario, il governo americano era a favore della g...
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i due autori citati meritano di essere approfonditi, il primo libro “Psicologie delle masse” pur essendo del 1895 ricalca in maniera incredibile le situazioni che hanno portato il mondo in questo metaverso fatto di divisione bianco/nero. Mentre “Propaganda” 1929 di Bernays è un altro libro da leggere per comprendere come è stato possibile modificare, attraverso appunto la propaganda, aprendo varie Finestre di Overton, la sensibilità verso alcuni temi l’intera popolazione che viene trasmutata in “gregge”. Ci sono esempi di quanto questa influenza è stata importante, dalla colazione americana di uova e pancetta, invenzione di Bernays sotto contratto dei produttori di Bacon, alle sigarette con lo sdoganamento del fumo in pubblico delle donne fino alla marca di sigarette consigliata dai medici. Attraverso immagini e suggestioni si realizzano cambi di paradigma molto importanti nella vita di tutti noi.
un articolo davvero interessante. I vostri articoli non deludono mai.
Secondo un lungo e documentato articolo pubblicato anni fa da la GAZETA WYBORCZA, il primo importante e fondamentale episodio di propaganda bellica escogitato dagli Stati Uniti, risale al 15 febbraio del 1898, quando un’esplosione che colpì la corazzata USS MAINE nel porto di La Havana, fu pretesto per scatenare il conflitto americano-ispanico che vide la Marina spagnola – già malconcia – capitolare in breve tempo. Con una battaglia strategica, gli USA presero il controllo delle Filippine ; risale forse a questo momento, la loro presenza nel Pacifico.
Interessante notare come nello stesso periodo, a cavallo tra i due secoli, sia nata la geopolitica.
A parte le sempre più evidente manipolazione dell’informazione che viene spiegata bene nell’articolo e che credo sia conosciuta ai più, non riesco a spiegarmi come i media, e soprattutto i giornalisti che sanno benissimo come funziona, vengano indotti a comportarsi così. Che interessi ci sono sotto? Lo chiedo soprattutto agli addetti al lavoro.
Io non sono un addetto ai lavori, ma mi pare evidente che le redazioni delle principali testate siano ormai in mano a gruppi economici che dettano la linea editoriale. I giornalisti o si allineano … o si allineano. In aggiunta molti giornalisti sono ormai diventati soprattutto personaggi televisivi, per i quali non è la verità che conta ma l’audience.
Ottimo articolo! Vorrei leggerne di simili anche su altri media, ma temo non accadrà, non nel prossimo decennio. Tento di condividerlo con i miei vecchi amici ma temo di perderne la maggior parte. Grazie Giorgia!
Ottimo articolo.
Aggiungerei di completare l’approfondimento con la lettura del libro di Magi : Gobbels, 11 tecniche di manipolazione oscura.
Sarebbe interessante capire anche quali sono i meccanismi che scattano nelle persone che non si fanno influenzare dalla propaganda. Chiedo all’ottima giornalista un articolo sull’argomento se possibile. Grazie
Lungi da me l’idea di considerarmi immune da manipolazioni mediatiche, se non altro a causa della mia curiosità. Posso tuttavia affermare che con il mio spirito critico, una buona cultura generale e, soprattutto, la necessità VITALE di nutrire quotidianamente il mio pensiero, non solo riduco tale rischio al minimo, ma sono in grado – negli ambiti di mia competenza – di elaborare solidi argomenti teorici e pratici.
Sono cresciuto in un ambiente familiare stimolante e senza televisione. Per me, la Libertà di Pensiero è la più alta, nobile e imprescindibile espressione de l’Essere e quindi del nostro stesso ESISTERE.
Buongiorno Loretta, sono d’accordo con Massimo.
L’unico modo per ridurre al minimo le influenze mediatiche che subiamo è porsi delle domande.
Un tempo cercavo di vedere/leggere le stesse informazioni fornite da testate diverse e poi di farne un compendio. Ora è del tutto inutile perchè viviamo nel mondo della narrazione unica.
Sono quindi arrivato per caso a L’Indipendente (grazie!), mi documento, cerco fonti alternative, ma soprattutto ogni volta che leggo/sento una notizia mi domando: Perché mi viene detto questo e in questo modo? qual è lo scopo ultimo?
Ottimo articolo. Complimenti. Diffondetelo please
Anche ora si sta iniziando col fare leva sulla paura prospettando una minaccia globale. In questo caso la minaccia nucleare, che pian piano sta comparendo sui titoloni dei canali di informazione mainstream. E via.
Si è formata una circolarità tra guerra e pace. La pace è ottenuta attraverso trattative, cioè mediazioni comunicative. Appena sperabilmente viene ottenuta la sospensione delle azioni militari e la pace, ecco ricominciare a insinuarsi la guerra mediatica. Quindi sia la pace sia la guerra hanno una forma e anche una sostanza mediatica