Oltre 20 organizzazioni italiane, tra cui Essere Animali, CIWF Italia ed Animal Law Italia, hanno dato vita a una coalizione il cui obiettivo è quello di assicurarsi che il governo assuma una posizione netta contro l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti. La coalizione ha infatti lanciato un appello con cui chiede al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e al Ministro della Salute Roberto Speranza di “sostenere la richiesta di vietare l’allevamento in gabbia nella UE in tutte le sedi opportune” e di adottare ogni ragionevole “strumento, legislativo ed economico, per favorire e realizzare al più presto la transizione a sistemi di allevamento senza gabbie anche in Italia”.
La coalizione vuole che l’esecutivo aiuti a realizzare la richiesta fatta da oltre un milione di cittadini europei, che tramite una iniziativa denominata “End the Cage Age” hanno chiesto di eliminare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei arrivando a smuovere le istituzioni. La Commissione europea infatti negli scorsi mesi si è impegnata a rimuovere il loro utilizzo gradualmente in tutti i Paesi dell’Unione entro il 2027, tuttavia la battaglia non è ancora vinta dato che ogni proposta legislativa, una volta presentata, deve essere adottata dal Consiglio dell’Unione europea e dal Parlamento europeo. È dunque proprio in tale contesto che l’Italia non dovrebbe ostacolare il progetto di legge secondo le organizzazioni, schierandosi invece a favore dello stesso in particolare nell’ambito del Consiglio dell’Unione europea, dove il nostro Paese avrebbe una voce importante. La richiesta dunque è chiara: l’Italia dovrebbe sostenere senza riserva la proposta di legge, favorendo così la fine delle sofferenze degli oltre 300 milioni di animali rinchiusi in gabbia negli allevamenti di tutta Europa.
Eppure, al momento a quanto pare l’esecutivo non sta perseguendo la strada auspicata dalla coalizione. All’interno del comunicato stampa relativo all’appello, infatti, si legge che “non solo il Governo italiano non ha ancora preso una posizione netta contro le gabbie, ma è in procinto di fare una vera e propria operazione di “sdoganamento” della produzione intensiva (e quindi anche in gabbia) tramite la proposta di decreto interministeriale SQNBA, una certificazione sul ‘benessere animale’ che – nel testo attuale – tradisce qualunque ispirazione di trasparenza e verità nei confronti di animali e consumatori”. “Con l’inaccettabile proposta di etichettatura di questi giorni si sta compiendo un errore clamoroso, ma si può ancora cambiare traiettoria. Abbiamo la possibilità di stare dal lato giusto della storia, non perdiamola”, affermano a tal proposito le associazioni.
Detto questo, però, bisogna ricordare che a livello regionale nel nostro Paese alcuni passi in avanti sono stati fatti: recentemente infatti il Consiglio regionale della Campania, in linea con l’iniziativa “End the Cage Age”, ha approvato una mozione con cui ha impegnato la Giunta a “porre in essere politiche e strumenti a supporto della transizione ad allevamenti senza gabbie”. La Campania si è affiancata così all’Emilia-Romagna, dove già l’anno scorso la Giunta regionale era stata impegnata a favorire la medesima transizione del settore zootecnico.
[di Raffaele De Luca]