venerdì 22 Novembre 2024

Oggi è la giornata mondiale dell’acqua, un diritto non ancora di tutti

Oggi, 22 marzo, si celebra la giornata mondiale dell’acqua, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite come risultato della conferenza di Rio. Seppur la percentuale della popolazione mondiale con accesso all’acqua potabile sicura sia cresciuta dal 70 percento (nel 2015) al 74 percento (2020), esistono ancora enormi diseguaglianze. E in quanto l’acqua rappresenta un diritto di tutti, è essenziale trovare soluzioni per colmare tali differenze. Così al trentennale della ricorrenza è stata pubblicata una nuova edizione del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche. Per il 2022, l’attenzione si concentra sulle acque sotterranee. Esse rappresentano il 99 percento, circa, delle acque dolci allo stato liquido della Terra. In quanto distribuite sull’intero pianeta, le acque sotterranee potrebbero rappresentare un’ottima soluzione per la crescente scarsità idrica registrata in diverse parti del mondo. Ecco come il rapporto del 2022 rende chiaro fin dall’inizio l’obiettivo da raggiungere. Da qui il titolo Acque sotterranee: rendere visibile la risorsa invisibile.

Come sottolineato dal rapporto sopracitato, si potrebbe agire sfruttando risorse ancora troppo sottovalutate, che potrebbero invece “Garantire alle società enormi vantaggi sociali, economici e ambientali, anche in relazione all’adattamento ai cambiamenti climatici”. Se dalle acque sotterranee viene già prelevato fino alla metà del volume dei prelievi idrici per uso domestico e circa il 25 percento dei prelievi per l’irrigazione, la gestione di una ricchezza tanto grande è spesso alquanto inadeguata e disattenta. I problemi però non si fermano a una potenziale risorsa non utilizzata propriamente. E non sono solo aree come l’Africa subsahariana, dove 400milioni di persone non hanno accesso ai servizi idrici essenziali, a soffrire di una vera e propria emergenza mondiale. Anche la situazione italiana non è delle più rosee, aggravata quest’anno da svariati disastri ambientali e gravi periodi di siccità. Ma in Italia le difficoltà non nascono solo da agenti “esterni”. Nel Belpaese ogni giorno si consuma quasi il doppio di litri d’acqua rispetto alla media europea ed esistono grandi difficoltà a preservare le risorse idriche territoriali. Nel 2020, il 36,2 percento dell’acqua immessa in rete nei capoluoghi di provincia è andata letteralmente sprecata. Questo perché oltre alla comprovata vetustà delle reti, l’Italia risente di alcuni gravi ritardi nell’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione. Non a caso il Paese ha subito ben quattro procedure di infrazione per l’inadeguata attuazione alla direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane.

Troppi inghippi infrastrutturali, con dati che rendono tutto ancora più evidente. Una situazione preoccupante, quella dipinta durante la presentazione della monografia del servizio idrico integrato realizzata dalla Fondazione Utilitatis con l’Istat e la Cassa Depositi e Prestiti, il cosiddetto Blue book 2022. La soluzione però si conosce, “basterebbe” mettere mano a una rete idrica che risulta del tutto inadeguata. Se i necessari interventi non verranno attuati, lo spreco delle risorse idriche non subirà mai lo stop di cui necessita e potrebbero verificarsi episodi come quelli avvenuti in ben 11 città dell’Italia meridionale, dove i cittadini hanno vissuto un vero e proprio razionamento della distribuzione dell’acqua. Ciò riporta anche a un’altra grave disuguaglianza interna all’Italia: le aree meridionali si trovano in una condizione peggiore rispetto alle zone centro-settentrionali. Per colmare il divario infrastrutturale del Sud, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha stanziato 4,4 miliardi di euro; non rimane che auspicare in un corretto uso dei fondi. Inoltre, proprio cogliendo l’occasione della giornata mondiale dell’acqua, oggi la campagna Forum dei Movimenti per l’Acqua ha organizzato un evento per dire stop a un pericoloso processo di privatizzazione di servizi pubblici. Visto anche il successo del referendum contro la volontà del Governo di privatizzare l’acqua, sarebbe grave se chi è ai vertici procedesse in una direzione opposta alla volontà dei cittadini italiani.

[di Francesca Naima]

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1 commento

  1. …. basterebbe che ognuno di noi fosse responsabile nell’uso dell’acqua…piccole attenzioni quotidiane per ridurre il consumo…ma specialmente dove non la paghiamo noi, palestre,piscine, posti di lavoro….vige..il ” che cazzo me ne frega, tanto non la pago io….
    Avanti così…….

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