Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, in onore di un partigiano della seconda guerra mondiale. Questo il nome del primo caduto italiano nella guerra in Ucraina: aveva 46 anni ed era di Portogruaro in provincia di Venezia. Dal 2015 era in Donbass e combatteva convintamente in quella che in Occidente è la parte sbagliata della barricata: nella brigata Prizrak insieme alle milizie delle Repubbliche Popolari filo-russe di Donetsk e Lugansk che da otto anni lottano per ottenere l’indipendenza dallo stato ucraino. Edy “Bozambo” Ongaro era un militante comunista, dal Dombass rivendicava la sua adesione alla milizia con frasi come questa: «Ho scelto questa brigata per il carattere internazionalista. Se ricevo una ricompensa? Sì, una colazione, un pranzo e una cena oltre a un kalashnikov che si chiama Anita, come la moglie di Garibaldi. Mi sento vicino ai poveri, ovunque nel mondo c’è un popolo che viene calpestato. Questa sana ribellione ci è stata insegnata dai nostri nonni contro il fascismo. Finché ci sarà aria e sangue nel mio corpo credo che resterò qui in Ucraina». È caduto in combattimento nella giornata di ieri mentre si trovava in trincea, colpito a morte da una bomba a mano.
A dare notizia della sua morte in Italia è stato il “Collettivo Stella Rossa – Nord Est” con un comunicato che riportiamo integralmente: “Con immenso dolore comunichiamo che Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, è caduto da combattente per difendere il popolo libero di Novorossia dal regime fascista di Kiev. Dalle prime informazioni ricevute sappiamo che si trovava in trincea con altri soldati quando è caduta una bomba a mano lanciata dal nemico. Edy si è gettato sull’ordigno facendo una barriera con il suo corpo. Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni. Edy era nato 46 anni fa a Portogruaro, Venezia, raggiunto il Donbass nel 2015 non lo aveva più lasciato. Era un Compagno puro e coraggioso ma fragile ed in Italia aveva commesso degli errori. In Donbass ha trovato il suo riscatto, dedicando tutta la sua vita alla difesa dei deboli e alla lotta contro gli oppressori. Ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni. Il suo martirio serva a rompere il castello di bugie di questa guerra, ma soprattutto a rilanciare la lotta antifascista e internazionalista. Il sacrificio di Edy mostri la forza del proletariato che saprà portare al trionfo del comunismo. Ti salutiamo Compagno Partigiano con il motto che ti era tanto caro: Morte al fascismo, libertà al Popolo”.
Probabilmente non saremmo stati d’accordo su molte cose, anzi probabilmente mi avrebbe detestato. Leggo che non fosse un santo. Ma è morto combattendo per un suo ideale e, certamente, per come la vedeva, per generosità e altruismo. Quindi è, piaccia o no, un eroe.
Sit tibi terra levis
Onore all’anima sua
“… Il sacrificio di Edy mostri la forza del proletariato che saprà portare al trionfo del comunismo” ? Insieme a Putin?
“in Italia aveva commesso degli errori” picchiare una donna non è un errore, è una schifezza
Fino a quando esisteranno I comunisti, i fascisti, i religiosi e ogni tipo di fanatismo esisterà la guerra
Onore a Ongaro