Nella versione italiana dell’enciclopedia online Wikipedia è stata totalmente modificata la pagina relativa al massacro avvenuto ad Odessa, Ucraina, il 2 maggio del 2014, quando 48 persone persero la vita nella Casa dei Sindacati della città dove avevano trovato rifugio in seguito agli scontri tra manifestanti in favore del nuovo governo filo-occidentale e sostenitori del precedente governo filo-russo deposto. Le persone rimaste uccise nell’edificio appartenevano a questo secondo gruppo. L’edificio andò a fuoco, la causa del rogo non è mai stata accertata per il semplice fatto che la magistratura e la polizia ucraina non hanno svolto indagini sulle responsabilità, come accertato da un rapporto dell’Onu. Quello che è certo che al di fuori dell’edificio centinaia di sostenitori del nuovo governo, guidati da gruppi neonazisti, lanciarono bottiglie incendiare contro l’edificio.
La pagina Wikipedia è stata stravolta già a partire dal titolo della pagina che da “Strage di Odessa” è stato cambiato in “Rogo di Odessa”. Il contenuto stesso della pagina è stato quasi completamente cambiato e stravolto. Se nella versione precedente la “strage di Odessa” veniva definita: “un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti filo occidentali ucraini ai danni dei manifestanti sostenitori del precedente governo filo russo”. Nella nuova versione si legge che “il rogo di Odessa è un incendio verificatosi a seguito di violenti scontri armati fra fazioni di militanti filo-russi e di sostenitori del nuovo corso politico ucraino”.
Il numero delle fonti utilizzate scende da 23 a 13 e cambiano quasi tutte ad eccezione di un paio, evidentemente utili alla nuova narrazione fatta dell’evento. Le fonti utilizzate nella versione precedente alla modifica comprendevano rapporti delle Nazioni Unite e articoli di importanti testate mainstream di carattere nazionale e internazionale, come il New York Times, Bloomberg, Panorama e Radio Free Europe: insomma, tutt’altro che fonti smaccatamente di parte filo-russa. A dimostrazione di come la pagina originaria non fosse certamente di parte, al suo interno troverete anche articoli del Kyiv Post, compreso l’articolo in cui si fornisce la versione della polizia ucraina, la quale sosteneva la possibilità dell’incendio scaturito dall’interno anziché per l’effetto del lancio di molotov da parte di gruppi ultras e formazioni neonaziste – come Pravyj Sektor – che stavano all’esterno della struttura. Dunque, la ricostruzione antecedente dei fatti riportata nella pagina della “strage” non era certamente di parte e in alcun modo sbilanciata ma offriva una panoramica abbastanza chiara degli eventi del 2 maggio 2014.
Nella pagina del “rogo” le fonti vengono utilizzate in maniera selettiva e parziale facendo emergere le sole colpe dei manifestanti filo-russi negli scontri andati in scena nella giornata del 2 maggio 2014 omettendo altre informazioni che le stesse fonti hanno portato sul caso di Odessa. Solo sul finire, nelle ultime due righe, molto sbrigativamente, viene evidenziata la totale mancanza di risposta dei soccorsi e della polizia. Quel giorno, i vigili del fuoco arrivarono quasi un’ora dopo, seppur subito allertati, mentre la polizia, seppur presente sul luogo, ha sostanzialmente lasciato che la tragedia si consumasse. Sempre nelle stesse due righe si accenna soltanto agli enormi vuoti giudiziari mai colmati di un tragico evento che non ha portato all’arresto e alla condanna di alcun responsabile. Vogliamo qui ricordare che il Ministro degli Interni, che tra le altre cose sovraintende la polizia, era già allora il signor Arsen Avakov, colui che poi ha cooptato e irreggimentato in vari corpi statali i gruppi paramilitari neonazisti come, ad esempio, il Battaglione Azov, e che ha nominato Vadym Troyan, ex numero due di Azov, a capo della polizia – come da noi già spiegato in un articolo riguardante la presenza e il potere dei gruppi neonazisti in Ucraina.
Sostanzialmente, ciò che si evince dalla nuova pagina è l’assoluta coincidenza di fatti e una sostanziale mancanza di dolo in quella che viene interpretata come una tragedia scaturita dal fato piuttosto che da intenzionali comportamenti. Una rilettura dei fatti smaccata che, se già fosse accaduta in altra situazione sarebbe stata alquanto discutibile, ma il fatto che avvenga proprio durante il conflitto russo-ucraino lascia più che delle perplessità e fa subito balzare alla mente la strumentalizzazione e la volontà di rappresentare la realtà storica come qualcosa di diverso, magari per aiutare la narrazione occidentale che minimizza o nega del tutto la massiccia presenza di gruppi e movimenti estremisti, molti dei quali neonazisti.
Dopo le modifiche la pagina del rogo di Odessa è stata bloccata. Questo significa che le modifiche possono essere fatte solo dalla stretta cerchia di amministratori, ossia di utenti convalidati e autoverificati, questo a differenza delle normali pagine di Wikipedia che possono essere riviste e modificate da tutti gli utenti.
[di Michele Manfrin]
il Ministero della Verità ha proclamato l’inversione di narrativa.
Orwell sarebbe rimasto stupito delle sue stesse intuizioni.
la didascalia “enciclopedia libera” mi suscita la reminiscenza di quel che era scritto ai cancelli di Auschwitz.
Arbeit macht frei o nella versione 2022 Erzählung macht frei
wikipedia l’enciclopedia libera!
il dominio sull’informazione è totale? tanto vale cambiare la storia dicendo che era sbagliata la prima versione! Tanto solo i pinguini credono ancora alle palle che dicono.