Erano quasi le 11 di oggi 6 aprile quando a Roma i carabinieri si sono presentati alla sede nazionale dell’Unione Sindacale di Base (USB) per operare un’ispezione alla ricerca di armi, segnalate tramite telefonata anonima alle prime luci dell’alba. Nonostante le proteste dei dirigenti USB (sindacato indipendente, spesso attive nelle lotte più aspre dei lavoratori) che avrebbero voluto un provvedimento scritto dell’autorità giudiziaria, le forze dell’ordine hanno proceduto senza mandato ai sensi dell’articolo 4 della legge 152/1975, trovando una pistola nascosta all’interno dello scarico di un water, così come annunciato dall’anonimo segnalatore. Prontamente, l’organizzazione ha denunciato “la chiara ed evidente macchinazione contro un sindacato conflittuale”, che fa sentire la propria voce al governo e alle istituzioni, come nel caso delle testimonianze dei lavoratori raccolte in seguito al rifiuto di caricare armi, munizioni ed esplosivi (e non aiuti umanitari) destinati all’Ucraina.
“I locali di via dell’Aeroporto sono quotidianamente aperti al pubblico, come tutte le sedi USB”. In questo modo diventano sia “l’ultimo posto in cui nascondere qualcosa” sia “il primo in cui tentare il colpo di mano per screditare un’intera organizzazione e le moltitudini di lavoratori, di disoccupati, di precari, di senza casa che la supportano”. Per fare luce sulla vicenda, il sindacato ha allertato lo staff legale e indetto una conferenza stampa alle 17 di oggi, mercoledì 6 aprile, in via dell’Aeroporto, presso la sede in cui è avvenuta la perquisizione. Infine, USB ha ribadito che le uniche armi che usa “sono gli scioperi, le rivendicazioni, le manifestazioni e le lotte”, lasciando le pistole “a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina”.
[Di Salvatore Toscano]
cit: E così ha inizio!