Le foreste scozzesi si stanno espandendo a una velocità vertiginosa. Queste, in un solo secolo, si sono triplicate e il paese ora ha quasi la stessa densità forestale di mille anni fa. In cento anni la foresta in Scozia è cresciuta da circa il 6% a quasi il 18%.
La Scozia è ricoperta da foreste sin dalla fine dell’era glaciale, ovvero circa 11mila anni fa, ma con l’invasione romana dell’Inghilterra, quasi la metà delle foreste scozzesi è andata perduta a causa della deforestazione. Un incremento delle distese verdi si ebbe con la prima guerra mondiale, quando la carenza di molti beni di prima necessità rese chiara l’importanza della piantumazione di alberi. Il paese venne ricoperto di pini, i quali contribuirono a rafforzare la copertura forestale, ma si rivelarono dannosi per la biodiversità. Per questo motivo, a partire dagli anni Ottanta, l’attenzione si spostò sulla piantumazione di alberi autoctoni, fondamentali per l’ecosistema della foresta.
Nel paese nordico il tema della riforestazione è molto sentito, specialmente in relazione alla crisi climatica. Circa l’80% degli scozzesi ha sostenuto il rimboschimento delle Highlands in un sondaggio del 2021 finanziato da Forestry and Land Scotland, il quale ha interrogato mille giovani tra i 18 e i 35 anni. Le Highlands scozzesi ospitano circa 350mila ettari di silvicoltura – quasi il 13,5% della superficie terrestre -, e producono circa 500mila tonnellate di legname all’anno, il quale viene utilizzato in moltissimi ambiti produttivi. Non solo. Nel giugno dello scorso anno, l’amministrazione regionale di Glasgow ha annunciato il progetto di piantare 18 milioni di alberi nel prossimo decennio, al fine di creare vaste foreste urbane al posto di spazi degradati, collegare storiche zone boschive, e contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di copertura forestale del 21% entro il 2032.
[di Eugenia Greco]
Bisognerebbe vedere, però, se si tratta di piante di specie autoctone oppure no: non è sufficiente che aumenti la superficie forestata, è importante anche che questa sia composta prevalentemente (o, meglio ancora, esclusivamente) da una flora locale e non infestata da specie alloctone. Boschetti di alianto o robinia (come ce ne sono, purtroppo, in Italia, specie lungo le rive dei fiumi) servono a poco alle comunità animali e mettono in pericolo le specie vegetali autoctone, che vengono soppiantate da questi “invasori”.