domenica 22 Dicembre 2024

L’Unione Europea destina un miliardo di euro alla protezione degli oceani

Ieri in occasione della conferenza Our Ocean (OOC) di Palau l’Unione Europea ha deciso di destinare un miliardo di euro per la protezione e il ripristino degli oceani. In quel che Bruxelles ha definito come l’impegno finanziario più cospicuo per l’economia blu, il piano dell’Unione Europea prevede 44 impegni per il periodo 2020-2022, dalla lotta all’inquinamento marino alla promozione di agricoltura e pesca sostenibili, l’introduzione di nuove aree marine protette e la salvaguardia di quelle esistenti, fino alla creazione di economie blu sostenibili, cosicché l’oceano diventi sempre più “Sicuro, giusto e protetto”. Non solo, ma centrali saranno gli stessi cittadini europei, i quali potranno rimanere costantemente aggiornati grazie all’apposito strumento di monitoraggio Copernicus.

La prima conferenza Our Ocean ha avuto luogo negli Stati Uniti nel 2014. Dall’anno di partenza è stato possibile proteggere circa cinque milioni di miglia quadrate di oceano, attraverso più di 1.400 impegni per un valore di circa 85 miliardi di euro. L’edizione del 2022 Our Ocean, Our People, Pur Prosperity (il nostro oceano, il nostro popolo, la nostra prosperità) si congiunge a un’attenzione crescente per la salvaguardia dell’ambiente, che vede una cooperazione internazionale sempre maggiore per la salvaguardia del Pianeta, dov’è chiaro quanto la preservazione degli oceani sia fondamentale (si ricorda il vertice One Ocean, a cui anche l’UE ha preso parte). In attesa della prossima conferenza delle Nazioni Unite sull’oceano prevista per giugno o luglio a Lisbona, l’Unione Europea ha messo a punto un piano per focalizzandosi sulla ricerca, lo sviluppo e l’innovazione nei finanziamenti per avviare un’impresa (i cosiddetti “seed”) destinando 500 milioni di euro tra il 2021-2023 alla missione Horizon Restore our Ocean and Waters.

Centrale nella missione è considerare l’oceano e le acque come un tutt’uno e raggiungere gli obiettivi dell’UE di proteggere il 30 percento dell’area marina degli Stati membri, ripristinando gli ecosistemi marini, prevenendo ed eliminando l’inquinamento, riducendo i rifiuti di plastica in mare, le perdite di nutrienti e l’uso di pesticidi chimici. Ci sarà inoltre un’ottimizzazione del monitoraggio satellitare (Copernicus) per cui l’UE ha investito 55 milioni di euro. Sempre col fine di controllare le transizioni dell’ambiente marino e dei cambiamenti climatici, verrà perfezionato WEkEO, strumento a servizio della comunità di ricerca internazionale che permette di avere accesso a una dettagliata raccolta di dati ambientali mentre offre strumenti online per le scienze ambientali su strutture di cloud computing.

[di Francesca Naima]

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