«i criteri non cambiano: il green pass di fatto c’è sempre, solo che dal primo di maggio non verrà più richiesto per nessun tipo di attività, e noi confidiamo e auspichiamo che non ce ne sia più bisogno. Non è che sparisce, semplicemente non viene più richiesto e non viene più utilizzato». Sono le parole rilasciate in una intervista dal sottosegretario alla Salute del governo Draghi, Andrea Costa. Dichiarazioni con le quali per la prima volta un esponente del governo conferma che il lasciapassare sanitario non verrà smantellato ed anzi sia da intendere come una misura di fatto priva di qualsiasi data di scadenza, confermando di fatto quella che fino a ieri gli organi di stampa mainstream definivano senza indugi una “teoria complottista no vax”.
Dichiarazioni senza dubbio rilevanti che tuttavia sono state riportate in maniera alquanto anonima dai principali media, i quali non si sono soffermati sul fatto che, a quanto pare, dal primo maggio la certificazione verde continuerà comunque ad esistere: Costa, infatti, parlando del certificato verde ha utilizzato l’indicativo, come a confermare che la decisione in questo senso sia già stata presa all’interno dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Un dettaglio certamente degno di nota, dato che fino a poche settimane fa la stessa stampa mainstream etichettava come “complottisti” tutti coloro che sottolineavano che gli strumenti pandemici non andassero presi sottogamba perché in grado di creare precedenti di cui sarebbe poi stato difficile sbarazzarsi.
Eppure, dalle parole del sottosegretario si evince proprio che le cosiddette “teorie del complotto” siano ora divenute realtà, dato che a quanto pare la non abolizione del green pass appare certa. Costa, infatti, mentre come detto in riferimento al lasciapassare sanitario ha usato l’indicativo, parlando del futuro di altre misure – quali l’uso delle mascherine al chiuso e nelle scuole – ha utilizzato il condizionale o comunque ha lasciato intendere che si tratti di mere possibilità, facendo così passare il messaggio che le discussioni a riguardo all’interno dell’esecutivo siano ancora in corso.
È proprio quest’ultimo concetto, invece, che sostanzialmente non emerge dalle dichiarazioni del sottosegretario sul green pass, nei cui confronti sembra che una decisione sia già stata presa dal governo, seppur al momento non votata o presentata in maniera ufficiale. Si tratta, però, di un modus operandi tutt’altro che irrilevante, dato che una mancata abolizione di tale strumento potrebbe in futuro determinare nuovamente l’imposizione di tutta una serie di restrizioni alla vita sociale di chi non è in possesso dello stesso. Inoltre, nel caso in cui tale linea dovesse riguardare non solo il green pass base ma anche quello rafforzato, vi sarebbe evidentemente la possibilità che quest’ultimo in futuro diventi di nuovo essenziale per svolgere le più disparate attività, il che renderebbe ancora una volta indirettamente obbligatoria la vaccinazione anti Covid. Magari in vista della quarta dose, che fino ad oggi è stata contraddistinta da un vero flop di adesioni anche nelle fasce di popolazione che già potrebbero accedervi (anziani sopra gli 80 anni e immunocompromessi) e che, nelle intenzioni del ministero della Sanità, pare destinata ad essere raccomandata a tutti i cittadini italiani in vista del prossimo autunno.
[di Raffaele De Luca]