A seguito della decisione della Corte dei Magistrati di Westminster di emettere un ordine formale di estradizione negli Stati Uniti nei confronti di Julian Assange, Reporter senza frontiere (RSF) ha lanciato una petizione per chiedere al ministro degli Interni Priti Patel di respingere la misura che potrebbe portare il fondatore di WikiLeaks a scontare 175 anni di carcere in una prigione di massima sicurezza con l’accusa di spionaggio. Patel, che dovrà confermare o respingere la decisione della Corte dei Magistrati entro 4 settimane, rappresenta l’ultima possibilità (purtroppo molto ridotta) per Julian Assange e per la libera informazione, in un Paese che si posiziona al 33° posto (su 180) nell’Indice mondiale della libertà di stampa (gli Stati Uniti sono al 44° posto).
Per questo motivo, RSF ha chiesto di sostenere la petizione, firmando entro il 18 maggio: si tratta di un modo per informare i cittadini di tutto il mondo della storia di Assange e per tenere alta la loro attenzione, in attesa di altre misure e della decisione finale da parte del ministro degli Interni inglese. «Attraverso questa petizione, aspiriamo a mobilitare coloro che difendono il giornalismo e la libertà di stampa e ci aspettiamo che il governo del Regno Unito risponda», ha dichiarato Rebecca Vincent, direttore delle operazioni e delle campagne di RSF. Julian Assange si trova da oltre due anni e mezzo nella prigione di massima sicurezza HM Prison di Belmarsh, a Londra. Contro di lui Washington ha formulato accuse di cospirazione e spionaggio per aver diffuso documenti “sensibili” degli Stati Uniti riguardanti gli abusi dell’esercito ai danni delle popolazione civili durante le guerre degli ultimi decenni.
[Di Salvatore Toscano]