I dati registrati negli ultimi otto anni mostrano l’impatto che l’autostrada Brebemi (A35) ha avuto nel corso della sua vita: quasi ininfluente sugli automobilisti, che continuano a scegliere l’A4, e insostenibile sul bilancio dell’omonima società. L’infrastruttura, inaugurata nel luglio del 2014, collega Milano e Brescia con un percorso posizionato più a sud rispetto al tracciato dell’autostrada A4, rappresentando quindi un’alternativa superflua, come dimostrano le scelte degli automobilisti e come denunciato all’epoca da diversi esperti e associazioni. Si tratta di un utilizzo di suolo e fondi pubblici che ha fatto, e fa tuttora, discutere, soprattutto alla luce di una condizione di netta disparità tra gli investimenti e la presenza di infrastrutture al nord e al sud, in contrasto con la politica di coesione che punta a ridurre il divario tra le regioni.
La Società di Progetto Brebemi Spa gestisce la seconda autostrada tra Brescia e Milano grazie a una concessione che scadrà il 22 gennaio 2040: il tempo c’è ma i dati non confortano. Dall’ultimo progetto di bilancio approvato a marzo 2022 dal consiglio d’amministrazione (CdA) emerge, infatti, l’assenza di un profitto. L’anno scorso i ricavi hanno raggiunto quasi la soglia dei 100 milioni di euro (+150% sul 2015, quando erano 40,7 milioni) a fronte però di costi troppo elevati, che hanno portato la bilancia in rosso. Si tratta di un evento non isolato ma ciclico. “Complessivamente dal 2012″ la società “ha maturato 451,5 milioni di euro di passivo”, hanno scritto in un comunicato Dario Balotta, responsabile nazionale trasporti e infrastrutture di Europa Verde-Verdi Europei, e Devis Dori, deputato di Europa Verde-Verdi Europei. Rientrando “nel programma di dismissioni di partecipazioni azionarie non più strategiche”, Intesa Sanpaolo ha deciso di cedere nel 2020 il controllo della Brememi alla Aleatica SAU, che risponde a un fondo d’investimento (IFM Global Infrastructure Fund) gestito da IFM Investors, creato più di 25 anni fa da un gruppo di fondi pensione australiani.
La progettazione e la costruzione dell’A35 vennero accompagnate dall’idea di star assistendo alla realizzazione di un’opera interamente finanziata da capitali privati. La realtà fu poi un’altra, visto l’intervento di Cassa depositi e prestiti e di Banca europea degli investimenti. Oltre alla spesa pubblica, l’autostrada Brebemi ha gravato sul territorio e non ha avuto l’impatto sperato sul traffico lombardo. La sua realizzazione, insieme alle “sorelle” Pedemontana Lombarda e Tangenziale Est esterna di Milano, ha occupato oltre 1.000 ettari di suoli agricoli. Secondo i bollettini pubblicati da AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), l’A35 risulta tra le meno congestionate d’Italia. I 62 chilometri di Brebemi corrispondono all’1,4% della rete italiana, ma sono stati scelti da “appena” lo 0,74% delle auto e dei camion che hanno circolato nel primo mese del 2022.
[Di Salvatore Toscano]
La facessero pagar di meno magari diventerebbe competitiva…
Essendo cara come il sangue per forza non viene usata….non serve una cima per capirlo!
L’ ennesima vergogna italiana, un paese che sacrifica inutilmente terreni agricoli é destinato a fallire ed infatti é ciò che sta accadendo, per non parlare dei capannoni amazon ormai disseminati ovunque, resteranno delle città della nel deserto.