Gli italiani stentano a crederci, ma l’Italia è uno dei Paesi in cui tra vita professionale e vita privata esiste un ottimo equilibrio. Non solo, secondo l’ultima classifica pubblicata, relativa al 2020, l’Italia si è posizionata addirittura al primo posto mondiale dopo avere superato la Danimarca. È il rapporto dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sul Work Life Balance a stilare la classifica, analizzando i 38 paesi membri dell’Organizzazione e considerando come indicatori principali le ore di lavoro e i momenti dedicati invece al tempo libero.
OCSE, Work Life Balance: il primato italiano
Secondo gli indicatori dell’OCSE, lavorare “troppo tempo” equivale, tendenzialmente, a superare le cinquanta ore settimanali. Non sorprende il fatto che a garantire migliore equilibrio tra vita professionale e privata sia ciò che è al di fuori dell’orario lavorativo, ma lascia increduli molti italiani il comprendere come il Bel Paese sia effettivamente il luogo migliore in cui tale equilibrio riesca ad eccellere ed essere mantenuto. Dall’indagine è infatti emerso come “solo” il 3 percento degli italiani lavori 50 o più ore a settimana, contro la media degli altri paesi dell’OCSE che è invece del 10 percento. Tanto che come visibile dal grafico, non solo l’Italia è al primo posto, ma raggiunge quasi il massimo del punteggio (9.4/10).
Gli italiani sono troppo abituati alle bad news?
Gli italiani non riescono a credere che il Bel Paese offra davvero una situazione di qualità della vita tanto conveniente, specialmente se paragonato ad altri Paesi europei ma, sopra ogni cosa, agli Stati Uniti, invece scesi ancora più in basso nella classifica (29esimo posto). A quanto pare l’American dream rimane giusto un sogno, perché la situazione è ben peggiore di quella italiana. E dall’uscita della classifica The Countries With the Best Work-Life Balance, si è creato un vero e proprio dibattito a riguardo. Proprio come nel social network Reddit Inc., dove un utente, incredulo, ha pubblicato un post chiedendo e chiedendosi: “Siamo davvero il Paese con il migliore equilibrio fra lavoro e vita?”. Le risposte non hanno tardato ad arrivare e alla discussione hanno partecipato italiani residenti in Italia, cittadini che invece vivono fuori e stranieri.
I più sorpresi sono stati proprio coloro che nel Paese vivono e lavorano. Chi invece ha scelto di andare fuori per svariati motivi, ha cercato di sottolineare come sì, l’Italia abbia diverse pecche ma come la qualità della vita in generale sia effettivamente tra le migliori. Questo perché in Italia si riesce a spendere il denaro guadagnato durante il tempo libero in maniera “sana” e intelligente, come ha detto qualcuno soprattuto comparando lo stile di vita degli italiani con quello, ad esempio, degli statunitensi.
Il lungo dibattito social sul benessere degli italiani: realtà o “solo numeri”?
La filosofia lavorativa italiana avrà pure da crescere, ma quel che gli italiani riescono a preservare è il loro benessere. Questo grazie alle ore di lavoro molto meno intense rispetto ad altri paesi ma anche coloro che sono più impegnati riescono in media a dedicare il 69 percento del loro tempo al prendersi cura del proprio essere, dal dormire al mangiare ad attività di socializzazione fino ad arrivare alle proprie passioni, per un totale di 16 ore e mezzo contro invece la media di 15 ore negli altri Paesi analizzati dall’OCSE.
C’è comunque chi ricorda che si parla di media, di dati, e che ad esempio in Italia c’è anche gran percentuale di chi lavora “in nero”, probabilmente non considerato nella raccolta dati. C’è anche chi sottolinea come nella penisola molte donne abbiano ancora difficoltà a trovare un giusto impiego e come esistano molte casalinghe, che è a tutti gli effetti un lavoro a tempo pieno dove il tanto importante momento di libertà sembra non arrivare mai.
C’è poi chi sostiene che la raccolta dati rispecchi la realtà della vita, ricordando come seppur con uno stipendio medio basso, il denaro speso sia speso “bene”, senza il bisogno di folli distrazioni come invece accade in molte altre parti del mondo. Anche perché l’Italia garantisce dei servizi gratuiti che permettono una vita meno dispendiosa sia economicamente che a livello di stress mentale/fisico, come la sanità pubblica. Inoltre gli italiani godono di svariati momenti di vacanza e di pausa, dalle ricorrenze ai giorni di festa, alle ferie, alla malattia. Si riesce a mangiare bene e andare in vacanza un po’ ovunque e anche l’assetto territoriale italiano facilita gli spostamenti.
L’equilibrio nella vita: un armonioso coesistere di più dimensioni
In poche parole, l’equilibrio tra lavoro e vita non dipende solo ed esclusivamente dagli indicatori principali, ma è necessario vedere la situazione a 360 gradi, perché ogni settore dell’esistenza è in fin dei conti connesso. Non a caso, How’s Life, Measuring well-being? il rapporto statistico pubblicato ogni due anni sempre dall’OCSE, descrive alcuni degli aspetti essenziali della vita che modellano il benessere delle persone. L’indagine considera undici aspetti fondamentali, dal reddito alla ricchezza, lavoro e guadagni, l’alloggio, la salute, l’istruzione, l’ambiente. Ma anche i legami sociali, l’impegno civico, la sicurezza e il benessere soggettivo. E riflettendoci bene l’Italia offre una situazione sicuramente criticabile per certi versi, ma anche “invidiabile”. Il territorio, la storia, le persone, il clima…e un modello lavorativo che riesce, nonostante tutte le critiche che si possono fare, a garantire ancora di “vivere e lavorare” e non “lavorare per vivere”.
Perché altrove – certo si hanno esempi anche in Italia – le troppe ore spese in ufficio, a performare, hanno compromesso la salute mentale e fisica. Lavorare troppo è poi, come ultimamente dimostrato, sinonimo di inefficienza e non il contrario come si crede fin tropo spesso, senza parlare di come poi lo stress accomulato affetti anche la sfera privata. Motivo per cui molti Paesi stanno sperimentando la settimana lavorativa breve e anche perché tante più aziende comprendono quanto importante sia preservare la qualità della vita dei propri dipendenti.
È fondamentale che il tempo libero permetta di svagarsi, prendersi cura di sé e dedicarsi a qualche passione, hobby, attività. Insomma, che la vita non lavorativa sia tale e non diventi unico momento in cui ricaricare le energie perché stremati dalla propria professione, la quale diventa preponderante eliminando tutto il resto. L’equilibrio tra lavoro e vita privata è quindi di grande importanza, nonostante non sia facile, nell’odierna società, far conciliare i due mondi. Eppure “La capacità di conciliare con successo lavoro, impegni familiari e vita personale è importante per il benessere di tutti i membri di una famiglia”, come viene sottolineato nel testo ufficiale dell’OCSE. E sembra che l’Italia ci riesca meglio di chiunque altro.
[di Francesca Naima]
Pare davvero strano.
Bah non ci credo ,il lavoro deve appaganti dentro deve prenderti,qualunque esso sia ,oggi per vivere si è costretti a schiavizzarci,costretti a regole assurde,il brutto è che a molti piace,e loro la più in alto lo sanno bene.ma non tutti son fatti per esser sottomessi.è peggio di una giungla .ma avanti daje
Non condivido assolutamente questo concetto,mia figlia lavora in banca,ha uno stipendio buono ma non buonissimo,il marito ha 1 buono stipendio,ma con 2 bambini,1 in 1 scuola privata,le lezioni di tennis,il calcio,il nuoto e i medici xchè il piccolo ha il morbo di crohn, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese..i costi della spesa,dell’abbigliamento e dei medici sono elevati,x non parlare poi di luce e gas..
“1 in 1 scuola privata,le lezioni di tennis,il calcio,il nuoto”: beh, forse vogliono vivere al di sopra delle loro possibilità, tutto qui.
facciamo un rapido calcolo personale, parto alle 7:00 per tornare alle 19:00 con un’ora e mezza di pausa pranzo, quindi fanno 10,5 ore per 5 giorni a settimana = 52 ore di lavoro a settimana, considerando che il fine settimana se ne va tra faccende in casa, fare la spesa e altro, di tempo per coltivare un hobby, considerando anche i figli, ne vedo davvero poco! Vabè anche oggi si entra nella statistica domani 🙁
Moto probabilmente questo sondaggio è stato fatto tra i parlamentari,e gli industriali;non certo tra i lavoratori,visto che solo per andare sul posto di lavoro si impiega mediamente 2 ore.
Quindi anche un impiegato statale che,lavora 36 ore settimanali,più 10 ore di viaggio-minimo -,ne lavora almeno 46;mente per il privato,siamo tranquillamente,e,abbondantemente sopra le 50.