Un documentario biografico di 41 minuti, diretto e montato da Dario Salvetti, esponente del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn di Firenze. Visibile sulla prima piattaforma europea di opere indipendenti Openddb. Ispirato agli scritti di Lorenzo Orsetti, contenuti nel libro “Siria, scritti dal nord est”, il regista si è avvalso anche delle testimonianze di altri volontari internazionali, degli amici e dei familiari nonché delle interviste e dei video messaggi dello stesso Lorenzo, alternando il racconto con le originali illustrazioni di Giulio Peranzoni. Salvetti, con la tecnica del time lapse, prima ci introduce nel quartiere popolare di Rifredi alla periferia di Firenze, dove Lorenzo Orsetti ha vissuto fino all’età di 31 anni, per poi trasportarci nel nord della Siria nel Rojava, passando per la battaglia di Afrin e di Deir el Zor negli ultimi giorni della campagna militare contro l’Isis e poi di nuovo ci riporta a Rifredi.
La storia di Lorenzo Orsetti detto “Orso” nome di battaglia “Tekoşer Piling”, amico combattente nella lingua curda, è la storia di un ragazzo, come tanti della sua età, che cerca qualcosa che possa dare un orientamento alla sua vita, inizialmente prova a inserirsi nell’ambito della ristorazione ottenendo anche qualche soddisfazione, ma non basta. In lui si delinea sempre più una forte radicalità contro le ingiustizie, il sistema capitalistico e consumista. Frequenta attivamente i centri sociali rafforzando sempre di più una consapevolezza che lo spinge alla militanza tanto da indurlo, nel 2017 a partire per il Rojava nel Nord-Est della Siria. Si unisce alla rivoluzione curda e con la milizia dell’ Unità di Protezione Popolare (YPG) combatte l’Isis nella guerra civile siriana. Anarchico e antifascista convinto, passa dall’idealismo all’azione concreta. Ben consapevole dei rischi che questa decisione poteva comportare, a proposito dell’esitazione e dell’incertezza paragonate ad una vera reclusione dell’anima, nel prendere risoluzioni estreme, lui stesso dice: «Per me il problema non è se si possa uscire da questa prigione, ma quanto comodo fa stare in questa prigione».
Quanto questi suoi principi siano stati accettati e compresi a pieno da familiari e amici è difficile dirlo, forse il tempo che passa può far riflettere, forse le manifestazioni di grande stima tributate al suo operato che, sebbene per alcuni non condivisibile, hanno comunque evidenziato una profonda e sincera convinzione nei propri ideali e nel coinvolgimento personale alla causa tanto da fargli affermare: «ogni tempesta inizia con una singola goccia’. Cercate di essere voi quella goccia». Il documentario, così come i principi che hanno mosso le azioni di “Orso” ci porta a riflettere sul significato dell’essere partigiani ai giorni nostri e come l’ideale di un combattente rivoluzionario possa essere lo scopo e il significato della vita stessa.
Le sue convinzioni erano così radicate che prima di morire lascia scritto: «Se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e libertà». Nell’ultima operazione con l’Unità Forze Democratiche Siriane, volta al salvataggio di civili usati come scudi umani, il contingente fu sorpreso in un’imboscata del nemico e completamente annientato. Orsetti fu ucciso in quel combattimento nel villaggio siriano di Al-Baghuz Fawqani, nei pressi del confine con l’Iraq, la mattina del 18 marzo 2019.
«Avrei voluto scrivere un finale diverso, uno in cui magari strappavamo il villaggio al nemico senza problemi, ma la realtà non è un bel racconto, e in fin dei conti per questa storia un finale ancora non c’è.» Lorenzo Orsetti (Orso, Tekoşer)
[di Federico Mels Colloredo]