Si sente parlare spesso dell’emigrazione degli italiani specialmente dei più giovani, la cosiddetta “fuga di cervelli”. Ma quanti sono realmente i cittadini italiani che vivono altrove? E quali sono le mete preferite di chi sceglie di cambiare Paese? Gli ultimi dati dell’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) parlano di 5,6 milioni di persone residenti in Paesi diversi dall’Italia. Sempre più cittadini italiani di diverse età e provenienti da qualsiasi regione decidono di lasciare la penisola, tanto che negli ultimi dieci anni ben un milione di persone è emigrato all’estero. Almeno un cittadino su dieci decide vice dunque fuori dal territorio italiano. Non tutti coloro che partono alla volta di un Paese diverso dall’Italia per iniziare una nuova vita si registrano all’Aire, molti rimangono residenti in Italia e solo domiciliati presso la nuova casa. Allora le statistiche dell’Aire sono in realtà un’approssimazione per difetto, perché i cittadini effettivamente fuori dal Bel Paese sono almeno il doppio di quelli registrati.
Sempre stando alle stime dell’Aire, le mete preferite dai cittadini sono al primo posto l’Europa, dove ad oggi risiedono circa tre milioni di italiani. Segue poi l’America Latina dove vivono invece 1,8 milioni di persone provenienti dall’Italia. Il Paese oltreoceano più gettonato rimane però l’Argentina, luogo in cui l’immigrazione italiana ha avuto inizio fin dal 1870 e oggi circa 900.000 italiani vi risiedono. Anche Brasile, Venezuela, Cile, Uruguay e Colombia sono poi mete molto ambite da chi lascia il territorio italiano. Per quanto riguarda invece il continente Europeo, i Paesi che ospitano più cittadini italiani sono in primis la Germania (con circa 800mila italiani residenti). Seguono poi la Svizzera e la Francia. E l’espressione “gli italiani sono ovunque” non è falsa, perché i restanti 700mila italiani che vivono altrove si trovano sparsi per il mondo. Addirittura in Antartide sono stati registrati come ufficialmente immigrati almeno 83 italiani.
Quando si parla di statistiche si considera la globalità di chi cambia vita e da quanto emerge, italiani di qualsiasi fascia di età e provenienti da ogni regione della penisola si trovano ora fuori dall’Italia. È però in grande crescita il numero dei laureati decisi a lasciare il Paese, soprattutto negli ultimi periodi. Nel 2020 gli emigrati con una laurea sono cresciuti del 5,4 per cento rispetto all’anno precedente e ben del 17 per cento considerando la situazione di cinque anni fa. Un incremento già significativo, ma non è tutto: l’incidenza dei laureati intenti a cancellarsi dall’anagrafe italiana sul totale della popolazione dai 25 ai 34 anni in possesso di un titolo universitario è passata dal 9,9 per cento (2019) al 10,5 per cento (2020). Eppure secondo l’ultimo rapporto dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) relativo al 2020, l’Italia sarebbe il Paese con il migliore equilibrio tra vita e lavoro nel mondo.
[di Francesca Naima]
Penso che sia ora di legare la cittadinanza alla residenza più che alla nascita o alla parentela.