La Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato all’unanimità il disegno di legge Baroni, firmato dal deputato di Alternativa e incentrato sulla volontà di indirizzare il settore sanitario verso la trasparenza e la meritocrazia. Il cosiddetto Sunshine Act italiano, ispirato a norme già presenti all’estero, «permetterà di monitorare i legami di interesse esistenti tra circa 290.000 aziende coinvolte nel settore sanitario e più di un milione di operatori della salute, inclusi i vertici amministrativi», ha dichiarato Massimo Enrico Baroni. L’obiettivo è di tutelare la trasparenza e prevenire processi distorsivi attraverso «l’obbligo di dichiarazione su un sito internet del governo, consultabile da tutti i cittadini come registro pubblico telematico, di tutti i dati relativi a regalie, remunerazioni, accordi» che producono vantaggi e che l’industria sanitaria porrà in essere nei confronti dei lavoratori del settore, tra cui medici, biologi, infermieri e ostetrici.
A fornire i dati delle collaborazioni e degli accordi saranno le aziende, mentre gli operatori sanitari non avranno alcun tipo di adempimento. Il sistema dichiarativo sarà posto a vigilanza e, in caso di mancata comunicazione, scatteranno le sanzioni, con multe per le imprese di venti volte l’importo dell’erogazione alla quale si riferisce l’omissione, non prevedendo un tetto massimo. «In questo modo le aziende ci penseranno due volte prima di coprire un trasferimento di valore nei confronti di un operatore sanitario con cui si ha un accordo», ha dichiarato a L’Indipendente Massimo Enrico Baroni. Nel concreto, si pensi ad esempio ai regali sotto forma di prodotti della prima infanzia agli ostetrici o agli integratori alimentari indirizzati a biologi e medici dello sport da parte di aziende inserite nel settore sanitario. A questi si aggiungono poi le partecipazioni azionarie o brevettuali. Con l’approvazione della norma, tutti i trasferimenti di valore (denaro, beni, servizi e partecipazioni) verranno segnalati e i cittadini potranno scegliere con maggiore consapevolezza i professionisti a cui affidare la propria salute, conoscendone gli accordi e le collaborazioni poste in essere con le imprese. Si darà, dunque, piena attuazione ai principi contenuti nell’articolo 32 (tutela della salute), articolo 41 (libertà e qualità dell’iniziativa economica privata), articolo 97 (efficienza e imparzialità) e articolo 117 (diritto alla conoscenza) della Costituzione italiana.
La norma, per quanto riguarda la struttura del registro pubblico telematico, si ispira al modello francese, aggiungendo l’importante elemento sanzionatorio che invece manca a Parigi. L’idea è di rendere più semplice e intuitivo l’accesso ai cittadini, dividendo il registro in tre sezioni: i vantaggi (o regali), la remunerazione e gli accordi (o convenzioni). In questo modo verranno dichiarati tutti i movimenti che implicheranno uno spostamento di reddito tra le parti, dalle collaborazioni ai beni materiali. Il Sunshine Act italiano punta sulla trasparenza, in un paese in cui la Sanità registra il 16% dei casi totali di corruzione, stando ai dati pubblicati da Transparency nel 2020. Il provvedimento riempirà un vuoto all’interno del sistema, concludendo il suo travagliato iter nei prossimi mesi, con l’approvazione dei decreti attuativi. Presentato a inizio Legislatura, nel 2018, il disegno di legge Baroni «ha subito prima l’insabbiamento al ministero dell’Economia e delle Finanze per circa 18 mesi e poi la non calendarizzazione in Aula per mano del M5S», come dichiarato dallo stesso deputato di Alternativa. Un cambio di rotta tra i pentastellati ha però sbloccato l’iter: Mariolina Castellone, divenuta capogruppo del partito al Senato, ha infatti deciso di calendarizzare il provvedimento. «Si tratta di una misura che potrà contribuire ad aumentare la fiducia dei cittadini nella scienza e nella medicina, oltre che dare un impulso importante per rendere più indipendenti gli studi scientifici», ha dichiarato Nicola Provenza, deputato pentastellato e relatore del disegno di legge.
[Di Salvatore Toscano]
E questa legge dove era durante la pandemia? Questo ritardo così conveniente probabilmente sortira’ l’effetto opposto riguardo alla fiducia nella scienza e negli operatori sanitari.