domenica 24 Novembre 2024

Vaiolo delle scimmie: in Uk già si somministra il vaccino, la Francia ci pensa

Nonostante diversi esperti ritengano che il vaiolo delle scimmie non sia una malattia particolarmente pericolosa, le autorità sanitarie di vari Stati stanno iniziando ad attuare misure di contrasto che ricordano quelle già messe in campo in relazione al Covid-19. Se negli scorsi giorni hanno fatto discutere le scelte adottate in Belgio, dove è stata imposta la quarantena per i positivi al vaiolo delle scimmie, adesso a catturare l’attenzione è il Regno Unito, dove si sta già procedendo alla somministrazione del vaccino, che viene offerto ai contatti stretti di persone a cui è stato diagnosticata la patologia. “È in corso la vaccinazione dei contatti ad alto rischio”, si legge infatti sul sito dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), la quale precisa che “a partire dalle 10:00 del 23 maggio 2022, oltre 1.000 dosi di Imvanex” (il vaccino contro il vaiolo delle scimmie) “sono state fornite, o stanno per esserlo, alle strutture del servizio sanitario nazionale”. A perseguire una strada simile, però, potrebbe presto essere anche la Francia, con l’Autorità nazionale per la salute (Has) che nella giornata di martedì ha raccomandato “l’attuazione di una strategia di vaccinazione reattiva, ovvero intorno a un caso confermato”.

La raccomandazione dell’Autorità nazionale per la salute, che pur non essendo un ente governativo si occupa di “svolgere compiti specifici su cui riferisce al governo e al parlamento”, potrebbe determinare l’adozione in Francia di tale politica sanitaria. Il suo parere, infatti, è stato emesso dopo la richiesta fattale dalla Direction générale de la santé (una delle Direzioni generali del Ministero della Salute francese) di “specificare la strategia di vaccinazione da attuare per ridurre la trasmissione umana del virus”. Ebbene, alla luce di tale richiesta l’Has ha fatto sapere di ritenere di dover procedere con una “strategia di vaccinazione reattiva” visti i “tempi di incubazione della malattia, spesso compresi tra 6 e 16 giorni”. Il vaccino – esclusivamente di “terza generazione” (quale è l’Imvanex) – dovrebbe essere somministrato negli adulti il ​​cui contatto con una persona infetta è considerato a rischio di esporli al virus, compresi gli operatori sanitari. Nello specifico, la raccomandazione è quella di iniettare il vaccino nei 4 giorni successivi al “contatto rischioso” o comunque al massimo nei 14 giorni successivi. Lo schema vaccinale prevedrebbe inoltre due dosi (tre per i pazienti immunocompromessi) somministrate a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Oltre a ciò, l’Has sottolinea l’importanza di avere presto dati sull’efficacia e la sicurezza di una dose di richiamo nelle persone vaccinatesi contro il vaiolo umano durante l’infanzia: il vaccino contro il vaiolo, infatti, in passato era obbligatorio in Francia, motivo per cui ci sono persone sottopostesi ad esso.

Tuttavia, nonostante i vecchi vaccini contro il vaiolo secondo le autorità sanitarie potrebbero essere protettivi anche nei confronti della variante delle scimmie, la società danese Bavarian Nordic, produttrice dell’unico vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie, sembra essere pronta ad accrescere il proprio fatturato grazie alla vendita del prodotto in questione. Dopo che negli scorsi giorni la società aveva annunciato di essersi già “assicurata un contratto con un paese europeo non divulgato per la fornitura del suo vaccino contro il vaiolo IMVANEX®”, nella giornata di ieri ha fatto sapere di aver stipulato un “contratto di fornitura con un paese sconosciuto per il vaccino contro il vaiolo dell’azienda con l’obiettivo di garantire una fornitura sufficiente per soddisfare i requisiti del paese relativi alla vaccinazione di individui a rischio di vaiolo delle scimmie nel breve e medio termine”. “Sebbene i termini dell’accordo rimangano riservati, l’ordine avrà un impatto positivo sulle linee guida finanziarie della Società per il 2022”, aggiunge a tal proposito la Bavarian Nordic, specificando inoltre di essere “attualmente in dialogo con molti altri governi in merito alla fornitura del vaccino per mitigare l’attuale epidemia di vaiolo delle scimmie e per esplorare opportunità di collaborazione a lungo termine così da costruire scorte per la preparazione futura”. Dialogo che probabilmente sempre più paesi europei saranno interessati ad avere, dato che il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha già comunicato che “la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”.

[di Raffaele De Luca]

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3 Commenti

  1. Mi sa che col vaiolo sta roba non centra proprio nulla.
    Sarà una qualche infezione dovuta ad un sistema imunitario a pezzi, magari messa in giro apposta.
    Certo che se la gente si mette in fila un buona parte dell’umanità è condannata all’estinzione.

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