Il glifosato è uno dei principi attivi più diffusi nei pesticidi, da sempre al centro di studi e dibattiti. Lo scorso 30 maggio il Rac, comitato per la valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha diffuso il proprio verdetto sull’erbicida, classificandolo come non cancerogeno. Vista la prima valutazione ufficiale del Rac, parte del lungo processo di revisione del glifosato, saranno mantenute le attuali classificazioni per la sostanza. Dopo un simile verdetto, pervenuto per mancanza di prove in grado di dimostrare come il famigerato erbicida sia effettivamente cancerogeno, il rischio ora è che ne venga rinnovata l’autorizzazione per l’uso in UE.
È dal 2017 che l’Unione Europea ha concesso l’approvazione del glifosato, con limitazioni non sempre rispettate. Al tempo dopo una prima analisi da parte dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e dell’Echa (Agenzia europea delle sostanze chimiche) era stato posto il limite del permesso concesso entro cinque anni, quindi fino al 15 dicembre 2022. Intanto l’elevato interesse per la sostanza reputata fin dall’inizio dannosa da molti esperti, ha mobilitato diversi studi volti a dimostrarne l’effettiva pericolosità.
Rischi ecidentemente non sufficienti per il comitato dell’Echa. Dopo la
riunione plenaria del 30 e 31 maggio dove è stata presa in considerazione la “Cancerogenicità, la genotossicità, la tossicità per lo sviluppo e la tossicità per la riproduzione nonché la classificazione ambientale”, secondo il Rac da mantenere in auge sarebbero soltanto “Le classificazioni esistenti per il glifosato come sostanza che provoca gravi lesioni oculari ed è tossica per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata”.
Per quanto manchi il verdetto ufficiale dell’Efsa, sono state poste le basi per un effettivo rinnovo dell’attuale permesso. L’Autorità è ora intenta a considerare il parere del Rac, gli ulteriori esami del gruppo di valutazione sul glifosato (AGG) costituito da quattro Stati membri dell’UE (Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia) e gli svariati contributi raccolti durante la consultazione pubblica, sempre che questa volta vengano davvero inclusi tutti i pareri validi e non solo quelli convenienti.
Rimane la possibilità teorica di un cambio di direzione entro dicembre, a seguito di un risultato inaspettato specialmente dopo i diversi allarmi di contaminazione, di cui si hanno eclatanti esempi anche in Italia, Paese in cui il Governo Draghi sembra difendere l’erbicida seppur da una posizione meno netta rispetto alla Francia. Non solo l’Italia, ma anche la Francia – tra l’altro Stato membro dell’AGG – preferisce non prendere in considerazione limitazioni nell’uso del glifosato, sicura che esso non sia poi tanto dannoso per gli esseri umani e per l’ambiente.
Nel frattempo i governi già affezionati alla sostanza staranno gioendo e attendendo soavemente la conclusione della lunga revisione paritaria dell’Efsa, prevista per fine anno. E dopo la prima valutazione del rischio a livello Ue nel processo di rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, sembra che l’Efsa stia seguendo la linea di governi come quello francese, viste le basi poste per un vero e proprio via libera a una nuova autorizzazione.
[di Francesca Naima]
Se l’Europa si occupa dei danni da glisolfato come si è occupata dei danni da vaccino anticovid siamo a posto.
Bastardi
Per il dio soldo si ammazza,si avvelena,si deturpa,io sinceramente a quelle persone che hanno affermato questa idiozia che il roud-up non sia cancerogeno
Ne farei bere un bicchierino tutti i giorni