Dopo settimane di tensioni diplomatiche, l’Algeria ha deciso di sospendere il Trattato di amicizia, buon vicinato e cooperazione che siglò con la Spagna l’8 ottobre del 2002. Il governo di Algeri ha infatti accusato Madrid di appoggiare il Marocco nella repressione degli indipendentisti sahrawi, appoggiati da Algeri. Le accuse seguono un recente comunicato della Spagna, che ha optato per un cambiamento storico nella politica riguardo la questione del Sahara Occidentale prendendo apertamente le posizioni di Rabat riguardo la questione.
In un comunicato stampa rilasciato dalla presidenza della Repubblica l’Algeria ha apertamente accusato la Spagna di contribuire direttamente “al deterioramento della situazione nel Sahara Occidentale”, motivo per il quale ha optato per la sospensione del Trattato. Il governo Sanchez ha effettivamente messo in atto uno storico cambio nella propria politica riguardo la situazione nel Sahara Occidentale, appoggiando apertamente i piani di autonomia del Marocco. Il Sahara Occidentale è infatti una ex colonia spagnola, geograficamente controllata per l’80% dal Marocco. La zona fa gola a molti ed è oggetto di contese tra le nazioni perché, pur essendo teatro di numerosi conflitti -come quello del Fronte Polisario, rappresentante del popolo sahrawi, in lotta per l’indipendenza dal 1975- è ricca di fonti energetiche. Numerosi episodi, come l’uccisione nel novembre scorso di tre autotrasportatori algerini ad opera, secondo le autorità algerine, delle forze marocchine hanno riportato la tensione tra i due Paesi ad altissimi livelli.
Il cambio nella politica spagnola era già stato annunciato da Sanchez lo scorso 19 marzo ed è stato ratificato la settimana scorsa. Sin da subito il Fronte Polisario si è duramente espresso contro la decisione del governo spagnolo, ritenendola «in totale contraddizione con la legalità internazionale e le risoluzioni ONU». La posizione delle autorità spagnole, aspramente criticata anche dall’Algeria, si è rivelata strategica per la risoluzione di una crisi diplomatica apertasi nel 2021 con il Marocco, dopo lo sbarco di oltre 10 mila migranti in 48 ore per via della “passività” dei controlli delle autorità di confine marocchine. Ad aggravare la situazione vi fu la decisione della Spagna di accogliere il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, per permettergli di curarsi dal Covid.
La sospensione del Trattato, secondo quanto dichiarato da diplomatici spagnoli citati dai media nazionali, costituisce una decisione di fatto puramente politica, in quanto «il Trattato è in realtà una mera dichiarazione di buona volontà, una enumerazione di principi e buone intenzioni, privo di compromessi pratici». A conferma del suo carattere eminentemente politico vi sarebbe il fatto che è stato stipulato in un periodo di altissima tensione diplomatica tra Spagna e Marocco. La sua utilità sta soprattutto nel rafforzare i trattati in materia di cooperazione economica, militare e di lotta al terrorismo e all’immigrazione illegale. Quest’ultima costituisce una questione di particolare interesse per il governo Sanchez: i numeri dei migranti giunti dalle coste algerine dall’inizio dell’anno sono infatti significativamente inferiori a quelli provenienti dal Marocco -7160, a fronte dei 1250 provenienti dall’Algeria.
Per quanto riguarda le forniture di gas, gli accordi tra i due Paesi ne garantiscono l’erogazione sino al 2032. Il gas algerino rappresenta il 40% dei consumi spagnoli ed è l’unico proveniente dal gasdotto, quindi con un costo nettamente inferiore a quello che giunge tramite importazioni via nave. Il sussistere degli accordi, tuttavia, non mette al riparo da eventuali rialzi dei prezzi: in effetti, proprio per via dell’aumento delle tensioni diplomatiche, l’Algeria aveva già minacciato di voler rivedere i prezzi e di sospendere le erogazioni nel caso in cui il gas algerino consegnato alla Spagna fosse stato rivenduto a Paesi terzi.
[di Valeria Casolaro]