“I negoziatori del Parlamento e degli Stati membri dell’UE hanno concordato di mantenere in vigore il quadro del certificato COVID digitale dell’UE per un altro anno, fino a giugno 2023”, ad annunciarlo l’ufficio stampa del Parlamento europeo in una nota rilasciata nel pomeriggio di ieri, 14 giugno. Secondo quanto riportato, l’obiettivo della proroga è quello di garantire che “i cittadini dell’UE abbiano il diritto alla libera circolazione nel caso in cui vi sia una nuova variante di preoccupazione”. Arriva così l’ufficializzazione della misura che veniva data per scontata da settimane: il green pass continuerà a fare compagnia ai cittadini europei per almeno un altro anno.
La nota del Parlamento contiene anche la raccomandazione agli stati membri di astenersi dall’imporre ulteriori restrizioni alla libera circolazione dei titolari di green pass, specificando che gli Stati membri potranno farlo solo ove tali restrizioni siano necessarie, proporzionate e non discriminatorie ai fini della tutela della salute pubblica”. Una raccomandazione che gli stati non sono tenuti a rispettare e che – anche se non meglio specificato nella nota diffusa ieri – in base alle interpretazioni già diffuse dalla UE dovrebbe valere solo per gli spostamenti dei cittadini tra le varie nazioni UE, ma non all’interno delle stesse. Un limite che non aveva impedito all’Italia di attuare le regole sul green pass più severe d’Europa, con il paradosso – ritenuto una “evidente discriminazione” da Amnesty International – che le regole ultra-restrittive italiane valessero solo per i cittadini e non per i turisti provenienti dall’estero (protetti appunto dalla normativa europea).
Tornando alla proroga europea, il Parlamento chiede inoltre che il green pass sia “abrogato non appena la situazione epidemiologica lo consentirà” e a questo fine ha richiesto l’inserimento di una clausola che imponga alla Commissione Europea “di valutare se la certificazione sia ancora necessaria dopo sei mesi, alla fine del 2022, sulla base degli ultimi pareri scientifici”. L’accordo informale dovrà ora essere formalmente adottato sia dal Parlamento che dal Consiglio, affinché entri in vigore entro il 30 giugno, quando scadranno le norme vigenti. La votazione in plenaria è prevista per la sessione del 22-23 giugno a Bruxelles.
L’Europa è inutile
non ci sono parole
l’unica SPERANZA è che tra tutte le azioni legali intraprese contro i fautori di queste misure restrittive (criminali, antiscientifiche e monopolistiche)
qualcuna abbia un seguito ed i politici nonché i consulenti corrotti siano condannati.
anche se ciò è molto improbabile, sembra che la consapevolezza stia aumentando…
Sarò un complottista, ma dall’articolo dell’Indipendente del 14 giugno dal titolo: “I governi stanno accumulando scorte di vaccino contro il vaiolo delle scimmie.” Mi lascia intuire che non hanno nessuna intenzione di lasciar decadere il miglio progetto di controllo che hanno inventato negli ultimi settant’anni.
Hai ragione. L’emergenza non sarà più il Covid, visto che non se lo fila più nessuno e visto che stanno venendo a galla tutte le manipolazioni attuate in questi due anni. Sarà invece il vaiolo delle scimmie, praticamente innocuo sull’uomo e di difficile trasmissibilità. Purtroppo la maggior parte delle persone non sta facendo due+due, ma anzi, quando arriveranno le nuove restrizioni, il cazzpass, il bombardamento mediatico fondato sull’immettere paura, la massa dirà: “per fortuna che il governo ha fatto le scorte”.
Ne dubitavamo? qual miglior strumento di controllo?