L’Italia ha perso posizioni sulla tabella di marcia per un “futuro sostenibile” ed è ora penultima in Europa per ciò che concerne gli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in materia di lavoro, disuguaglianze, pace, giustizia e istituzioni solide. Nel nuovo report pubblicato dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) dal titolo La situazione dell’Unione europea rispetto agli SDGs, sono stati analizzati i primi dati Eurostat disponibili dopo la pandemia ed è emersa la lenta scalata della Penisola verso gli obiettivi dell’Agenda 2030. Nel 2020, l’Italia non è riuscita a mantenere il passo degli Stati Membri posizionandosi sotto la media europea per la maggior parte dei cosiddetti Goal, ovvero i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).
Lo studio pubblicato lo scorso 10 giugno analizza come dal 2010 al 2020 i 27 Paesi dell’Unione Europa si siano impegnati per il raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 Onu per lo sviluppo sostenibile, con un netto miglioramento che poi ha subito una brusca interruzione con l’avvento della pandemia. Proprio l’Italia ha sofferto più di altri le conseguenze del momento di crisi sanitaria, rallentando il proprio viaggio verso gli OSS.
Come attesta il grafico proposto, l’Italia si trova al di sotto della media europea per ben nove obiettivi, tra i quali povertà, educazione e disuguaglianze. mentre per cinque di essi s itrova in linea con gli altri, tra questi parità di genere e cambiamenti climatici. Solo per due goal l’Italia supera gli altri Stati Membri: alimentazione e agricoltura sostenibili, modelli sostenibili di produzione e consumo. Per quanto riguarda invece l’obiettivo sulla condizione dei mari, mancano i dati per definire la posizione italiana all’interno della tendenza europea.
Per ciò che concerne la situazione generale dei Paesi dell’Unione, nei dieci anni presi in analisi le disuguaglianze sono diminuite per sette dei Goal dell’Agenda (sconfiggere la povertà, sconfiggere la fame, salute e benessere, acqua pulita, città e comunità sostenibili, lotta al cambiamento climatico, pace, giustizia e istituzioni solide) mentre invece il divario si è fatto più grande per tre punti dell’OSS: energia pulita e accessibile, ridurre le disuguaglianze e consumo e produzione responsabili.
Per quanto alcune novità emerse dallo studio possano rincuorare, rimane da domandarsi quanto davvero i governi siano intenzionati a rispettare gli obiettivi dell’osannata Agenda 2030, specialmente dal punto di vista del rispetto ambientale e della crisi climatica. Basti pensare come l’Unione stia andando verso il rinnovo dell’autorizzazione per l’uso del glifosato perché “non – abbastanza – cancerogeno” o i diversi momenti in cui le scelte del Governo della “Transizione Ecologica” sono sembrate tutt’altro che green.
Senza parlare di quei Goal in cui l’Italia è molto indietro e nei quali sembra non potrà facilmente recuperare terreno. Per quanto il Paese sia stato riconosciuto come luogo nel mondo in cui esiste il miglior equilibrio tra vita e lavoro, il governo Draghi appare lontano dal valorizzare tale primato, non prendendo in considerazione le richieste dei lavoratori del futuro, ed anzi punendoli quando osano protestare.
[di Francesca Naima]
Pagliacci burattini vergognosi tutta apparenza,e pensare con che coraggio dicono :lo facciamo per il vostro bene.a sputacchiate in faccia cari politicanti da strapazzo