giovedì 21 Novembre 2024

La realtà degli allevamenti di pesci in una indagine di Essere Animali

Stordimento elettrico applicato in maniera inadeguata, gabbie sovraffollate e pratiche di trasporto problematiche: sono queste alcune delle criticità emerse da un’indagine realizzata dall’associazione Essere Animali all’interno di 7 allevamenti spagnoli di trote, spigole e orate. Quanto documentato in tali luoghi – che secondo Essere Animali sono rappresentativi del modo in cui i pesci vengono allevati in tutta l’Unione europea – fa dunque luce sull’enorme sofferenza degli animali. Una sofferenza che, denuncia sempre l’associazione, mostra le “carenze dell’attuale normativa dell’Unione Europea sul benessere degli animali, inadeguata a garantire la protezione dei pesci d’allevamento”.

Nello specifico, l’inchiesta ha mostrato come un’applicazione non corretta dello stordimento elettrico da eseguire prima dell’abbattimento possa causare una sofferenza acuta e prolungata ai pesci. Sono stati documentati, infatti, casi di animali rimasti coscienti e destinati a morire lentamente di asfissia. Ciò a causa del modo in cui sono stati attuati due metodi di stordimento elettrico, quello effettuato in acqua e ghiaccio e quello applicato a secco: nel primo lo strumento utilizzato è risultato inadeguato non consentendo di stordire tutti gli animali in modo rapido, mentre il secondo a causa della mancanza di acqua nonché dell’assenza di contatto diretto tra gli elettrodi e ciascun animale è risultato insufficiente non permettendo una trasmissione uniforme della corrente elettrica.

Per non parlare delle gabbie, spoglie oltre che sovraffollate. Una condizione altamente critica dato che, ricorda Essere Animali, non solo “la stabulazione a elevate densità e la scarsa qualità dell’acqua negli allevamenti di pesci possono contribuire alla diffusione di malattie, all’aumento dell’aggressività tra conspecifici e a un incremento del tasso di mortalità”, ma “la completa assenza di arricchimenti ambientali nelle vasche o gabbie può provocare un aumento dei livelli di stress, degli episodi di aggressività e di cannibalismo, e dei ferimenti”. Un problema importante per i pesci, inoltre, è rappresentato dalle fasi che precedono il trasporto. Queste ultime oltre a includere un periodo di digiuno sono caratterizzate, come documentato, dall’ammassamento degli animali in reti o vasche ristrette, il che può causare il peggioramento della qualità dell’acqua e uno stato di stress acuto nonché di affaticamento nei pesci, provocato dai loro tentativi di fuggire. A generare problemi però sono anche le operazioni di carico e scarico, effettuate con reti o sistemi di pompaggio. Le reti, infatti, possono causare lo schiacciamento dei pesci che si trovano nella parte sottostante nonché abrasioni e lesioni causate dallo sfregamento con le stesse o dagli urti con gli altri pesci, mentre le pompe possono generare lesioni a causa della eccessiva velocità di pompaggio nonché della presenza di giunzioni, curve a gomito, bordi spigolosi o taglienti.

Il trasporto dei pesci. Credits: Essere Animali.

Infine, certamente da menzionare sono i danni generati dal “grading”, una delle tipiche pratiche che caratterizzano l’acquacoltura, volta a selezionare i pesci in base alla taglia e dunque smistare nelle vasche quelli di dimensioni simili. Ebbene, sono state documentate prolungate sofferenze per gli animali, che cercando di sfuggire ai rulli di macchinari non adeguatamente predisposti per l’attività hanno iniziato a soffocare, con diversi pesci che sono rimasti incastrati e sono morti dopo una lunga agonia.

Pesci incastrati nei rulli. Credits: Essere Animali

È per tutti questi motivi che Essere Animali, tramite la diffusione dell’indagine, ha deciso di partecipare e rilanciare una campagna dell’organizzazione Compassion in World Farming con cui si chiede alla Commissione europea, che è impegnata nella revisione della legislazione sugli animali allevati a fini alimentari, di includere la tutela dei pesci tra gli obiettivi prioritari della revisione della normativa UE. Nello specifico, con una petizione presente sul sito di Essere Animali e già firmata da oltre 1000 persone, ai funzionari della Commissione europea viene chiesto di “introdurre una legislazione europea dettagliata che copra tutti gli aspetti dell’allevamento dei pesci per assicurare loro condizioni rispettose durante allevamento, trasporto e macellazione”. Del resto – sottolinea l’associazione – nonostante in Europa i pesci siano “tra gli animali allevati in maggior numero”, a differenza di “quanto predisposto per gli animali terrestri, per i pesci in allevamento la legislazione comunitaria attuale stabilisce solo alcuni requisiti generici e formulati in maniera tale da rendere spesso le poche disposizioni sul benessere animale difficilmente applicabili”.

[di Raffaele De Luca]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria