Il tour estivo in spiagge e riserve naturali di Jovanotti è nuovamente al centro delle polemiche. A finire nel mirino della critica questa volta è stato l’evento che si terrà sulla spiaggia di Marina di Ravenna, dove sono attese 80mila persone nel doppio concerto dell’8 e 9 luglio. Come riportato da San Marino RTV, infatti, il “San Marino Green Festival” (un’iniziativa a tema ambientale) ha denunciato che “per predisporre tale operazione sarebbero stati abbattuti un cospicuo numero di tamerici con gravi ricadute sulla ventilazione interna della pineta”. «Come ideatore del San Marino e Montefeltro Green Festival mi ritengo profondamente deluso e arrabbiato per l’atteggiamento di un artista come Jovanotti che in passato ha dimostrato grande attenzione ai temi del sociale e dell’ambiente», ha dunque affermato Gabriele Geminiani, sottolineando di non riuscire a capire «come Jovanotti insista negli anni nel voler portare i suoi concerti con logistica, persone, veicoli, in luoghi naturali in cui si trova una ricca biodiversità e dove uccelli migratori sostano e nidificano». «Non escludiamo dimostrazioni contro l’iniziativa», ha quindi dichiarato Geminiani.
Non si tratta dell’unica polemica sulla questione, visto che ad aprile la sezione ravennate di Italia Nostra denunciava: “Abbattuto in questi giorni, a Marina di Ravenna, in periodo vietato, un filare di tamerici lungo ben sessantacinque metri, per far posto al concerto di Jovanotti”. “Nessun dubbio che l’autorizzazione sia giunta dal Comune, in accordo con gli enti cui compete il demanio marittimo”, affermava inoltre Italia Nostra, chiedendosi quale fosse “la ragione di queste scelte, visti i tempi siccitosi, i cambiamenti climatici e l’inquinamento pesante che affligge le nostre zone”. Era così arrivata la risposta dell’amministrazione ravvenate, secondo cui non solo si sarebbe trattato di un intervento di routine volto a curare il patrimonio ambientale e vegetativo del territorio, ma “gli esemplari di tamerici della specie Tamarix Africana, rimossi dalla spiaggia”, non avrebbero avuto “nessuna funzione di protezione della pineta dalla ventilazione” ed avrebbero fatto “parte di specie alloctone”, che sarebbero state “ripiantumate”. “Nell’ottica della riqualificazione relativa al Parco Marittimo” sarebbero invece state “privilegiate le piantumazioni di specie autoctone, Tamarix Gallica”. Giustificazioni che tuttavia non avevano convinto la sezione ravvenate di Italia Nostra, che nei giorni seguenti aveva pubblicato un articolo intitolato: “Le bugie con le radici corte…le tamerici rimosse per Jovanotti non verranno ripiantate e non sono alloctone“.
Non è però la prima volta che l’evento così come il WWF – presente anche quest’anno al Jova Beach Party con l’obiettivo di “coinvolgere quante più persone possibile per difendere e tutelare fiumi, laghi e coste del territorio italiano” – finiscono nel mirino della critica. Anche il tour del 2019 era infatti stato al centro di polemiche per la scelta di luoghi come la spiaggia di Miramare (Rimini), caratterizzata dalla presenza di alcuni pulcini di fratino: un piccolo uccello che nidifica sulle spiagge europee la cui popolazione è in calo e per la cui protezione era stato deciso poi di coinvolgere carabinieri e una dozzina di addetti dell’organizzazione. Sulla scia delle critiche degli ambientalisti c’era dunque stata la reazione di Jovanotti, che nel 2019 aveva definito il mondo dell’ambientalismo «più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi». «Io ogni giorno da novembre scorso mi confronto, e con me i responsabili della produzione, con il WWF e chiediamo a loro se le cose che girano in rete sono credibili e la riposta è sempre stata, dopo ogni verifica fatta, che non lo sono». «Ci siamo presi cura di ogni aspetto legato alla tutela dell’ambiente investendo più delle risorse disponibili», aveva inoltre aggiunto Jovanotti, precisando anche che “la primissima cosa che abbiamo fatto” iniziando a progettare il Jova Beach Party “è stato contattare il WWF”.
Una scelta che tuttavia non è bastata ad evitare le critiche. “Jovanotti, in breve, ci dice: se c’è il WWF non serve agitarsi. Lui ci crede: ci pensano loro. E pertanto ci dovremmo credere anche noi”. È questo ciò che veniva affermato in un articolo del 2019 del collettivo Alpinismo Molotov e pubblicato dalla Wu Ming Foundation, in cui il Jova Beach Party veniva definito come “la quintessenza del ‘presabenismo’ à la Jovanotti”, portatore di un “ambientalismo interessato” in partnership coi “numerosi sponsor sempre in cerca di nuove strategie di greenwashing”. “La retorica usata da Jovanotti col beneplacito di un’organizzazione come il WWF – che, per quanto grande e con migliaia di soci, può avere posizioni politiche controverse e non condivise da tutti – giustifica, pittandolo di verde, un grande evento privato e a scopo di lucro che danneggia un patrimonio ambientale collettivo”, aggiungeva inoltre l’articolo.
[di Raffaele De Luca]
Pazzesco come un personaggio del genere predichi bene e razzoli cosi’ male…già non impazzivo per lui,ora ancora meno.
Secondo me da quando ha fatto “no Vasco no Vasco no “ha dimostrato tutta la sua arguzia che negli anni poteva solo che amici arsi.stolto imbecille