Venezia si appresta ad essere la prima città italiana ad imporre un limite agli affitti turistici brevi: è quanto si evince da un emendamento recentemente approvato dalla Camera ed inserito nel Dl aiuti, che è in attesa di ricevere il via libera definitivo da parte del Parlamento. L’emendamento, che è stato presentato dal deputato del Pd Nicola Pellicani, nello specifico conferisce al Comune di Venezia la facoltà di predisporre un regolamento con cui stabilire un limite massimo al numero di immobili che possono essere affittati per un breve periodo di tempo. Inoltre, ciascun appartamento potrà essere affittato ai turisti per non più di 120 giorni all’anno, mentre per il periodo restante il Comune potrà autorizzare o meno gli affitti.
Si tratta dunque di misure che andranno a limitare l’attività svolta da alcune piattaforme online – come il noto portale Airbnb – e che, a quanto pare, diverranno realtà. Il Comune, infatti, sembra essere intenzionato a predisporre il regolamento, visto che l’ok all’emendamento è stato accolto positivamente dal sindaco veneziano Brugnaro. «L’obiettivo è di aumentare il livello della proposta turistica per impedire gli abusi e rendere più trasparente l’offerta, a vantaggio di tutti», ha infatti affermato il sindaco, aggiungendo che, come già avvenuto per altri ambiti, «Venezia avvierà una sperimentazione a vantaggio poi anche di altre città che ci stanno osservando». Come sottolineato anche da Nicola Pellicani, infatti, Venezia farà da «apripista per regolamentare un problema che riguarda molti centri storici a partire da Roma, Firenze, Bologna, dove le amministrazioni hanno già chiesto l’estensione della norma». In tal senso, inoltre, Pellicani ha aggiunto che ora il gruppo Pd alla Camera «lavorerà per una norma che riguardi tutti i centri storici dove le locazioni brevi stanno favorendo lo spopolamento, con l’espulsione dei residenti».
Del resto, il fine dell’emendamento è proprio quello di interrompere la fuga dei residenti. In particolare a causa dell’esplosione delle piattaforme digitali, infatti, i centri storici soffrono la riduzione della disponibilità di affitti per i residenti, con questi ultimi che in maniera massiccia li abbandonano. A tal proposito, basterà ricordare che a Venezia ci sono più di 7000 abitazioni messe a disposizione per l’uso turistico dalla piattaforme digitali, il che, complice anche le iniziative da parte dei privati, ha generato una popolazione residente nel centro storico della città costantemente in calo e che oggi non supera i 50.000 abitanti. Un problema – per il quale i cittadini hanno già protestato in passato – alquanto grave, come testimoniato anche dalle parole del prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, il quale in un’audizione alla commissione ambiente della Camera ha affermato che «il problema più importante della città è l’eccesso di turismo», con «20.000 persone che hanno lasciato il centro dal 2000 al 2019» e con gli alloggi che «vengono commercializzati perlopiù in maniera abusiva da agenzie internazionali con sede all’estero». Alla luce di tutto questo non si può non sottolineare che probabilmente la norma in questione sia arrivata in ritardo, visto che tanti cittadini hanno già abbandonato il centro. Ciò non toglie però che il provvedimento potrà comunque essere utile per il futuro, non solo poiché quantomeno da ora in poi limiterà un fenomeno ormai fuori controllo, ma anche perché ad esso potrebbero fare seguito altri provvedimenti relativi ai restanti centri storici a rischio.
[di Raffaele De Luca]
Purtroppo è molto probabile che non camberà niente, come spesso succede dopo aver fatto la legge troveranno come non rispettarla. Soprattutto le “agenzie internazionali con sede all’estero” continueranno ad esistere e ingrassarsi, al massimo verran colpiti i proprietari di una casa, in un ottica di controllo che è sempre meno neutrale. Lo scopo di Brugnaro è “di aumentare il livello della proposta turistica” mica di favorire la residenzialità. Ed inoltre per gestire un problema viene utilizzato sempre lo stesso metodo: divieti, proibizioni, controllo. Ma se invece si favorisse la residenzialità ad esempio tagliando (di molto) le tasse sulle locazioni a un propietario che affitta con contratto lungo a un residente? Favorendo economicamente chi vuole vivere e lavorare in isola, supportando su bollette affitti e tasse a chi apre un’attività per i residenti, un frutta e verdura, una macelleria, una ferramenta o un calzolaio? invece no, controlli, divieti, smart control room, biglietti d’ingresso..
Concordo pienamente. Motivi per i quali non vado più a Venezia da tanti anni. Una notte feci un incubo…ricordo una Venezia completamente svuotata dai Veneziani doc e “occupata” da miliardari stranieri….poco dopo peró questi se ne andarono prima che la città venisse completamente sommersa dall’acqua
Me ne frego di questa fesseria, siamo stati con una scolaresca ed ognuno aveva il pranzo a sacco e non é stato possibile consumarlo quasi da.nessuna parte. É una città votata al consumismo,inaccogliente ,ormai diventata il simulacro di se stessa , più simile ad un parco giochi,con la continua minaccia dell’ installazione dei tornelli . Città svuotata della sua popolazione con la verdura che si paga all’ etto e dove paghi 1,50 per andare in bagno .
Eravamo anche con alunni legge 104 che giustamente già hanno le loro difficoltà , ed é stata una diatriba farli mangiare . Rischi di prendere la multa per questo,che pensassero alla concretezza del vivere prima del resto.
Risposta alla Salvini o Meloni, non occuparsi di un problema perchè ce ne sono altri è un invito a non fare nulla. Qualcun altro può dire che c’è qualcosa di più importante di una scolaresca che vuole pranzare a sacco, è il modo più semplice per non occupersi dei problemi. Io penso che i problemi di vivibilità siano correlati tra loro, cominciare a risolverne qualcuno porta benefici e di conseguenza ad altri interventi migliorativi.
Gentile Alberto,
immagino lei sia un insegnante o un genitore. Io trovo ridicole le sue rimostranze, quando si va in viaggio con un nutrito gruppo di ragazzini, la gita va organizzata nei dettagli, specie se ci sono alunni con difficoltà. Dove pensavate di mangiare, accampati in Piazza San Marco, seduti per terra? Venezia è una città d’arte, e merita di essere rispettata. Non è concepibile vedere torme di turisti ovunque mangiare panini per terra e lasciare i rifiuti sul posto. Esistono dei giardini pubblici a Venezia, se vi foste informati meglio prima di partire, avreste anche potuto fare il pranzo al sacco in un posto bellissimo, come i giardini di Sant’Elena, che sono davvero grandi, con tanto spazio per correre e giocare. Sui prezzi dei bagni, io ricordo che trent’anni fa a Berlino ho pagato 2 marchi (al cambio, duemila lire) per utilizzare una toilette, quindi? Se non si è capaci di rispettare l’arte e la bellezza, statevene a casa!