Con sentenza emessa il 13 luglio scorso il TAR del Friuli ha annullato il foglio di via obbligatorio emesso dalla Questura di Pordenone il 15 dicembre 2021 nei confronti di Stefano Puzzer e che prevedeva il divieto di fare ritorno nel territorio del Comune di Pordenone per un periodo di 3 anni. Il Tribunale ha infatti ritenuto infondate le motivazioni addotte dal Questore nell’emettere il provvedimento e condannato il Ministero dell’Interno al pagamento delle spese legali. È la seconda volta che viene annullato un provvedimento simile emesso nei confronti di Puzzer, dopo che nell’aprile di quest’anno il TAR del Lazio aveva annullato il foglio di via emesso a suo carico dalla Questura di Roma. Anche in quel caso il Ministero dell’Interno era stato condannato al pagamento delle spese legali.
La misura contro Puzzer era stata emessa dal Questore della Provincia di Pordenone in seguito ai fatti del 15 dicembre 2021, quando Puzzer aveva preso parte a una manifestazione non autorizzata di fronte alla sede dell’Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone. L’iniziativa era stata organizzata da alcuni operatori sanitari, che protestavano contro il fatto che “nonostante il primo obbligo vaccinale per il personale sanitario fosse entrato in vigore già dal 1° aprile 2021, a quella data (15/12/2021) ancora molti operatori lavoravano pur non essendo vaccinati, situazione gravemente discriminatoria nei confronti di quei pochi che invece, sulla base di scelte non trasparenti ed evidentemente arbitrarie, erano stati già sospesi e quindi privati dello stipendio”. In quell’occasione il Questore, identificando la “tendenza a delinquere” di Puzzer – incensurato – e definendolo come “soggetto che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica”, ne aveva determinato la pericolosità in caso di permanenza sul territorio di Pordenone, aggiungendo come questa favorisse “le tensioni sociali già rilevate in occasione delle manifestazioni di piazza instaurate dai gruppi ‘no vax’ e ‘no green pass'”.
Sottolineando come tali affermazioni costruissero solamente una “mera (e alquanto remota) ipotesi, peraltro non supportata da alcun concreto ed oggettivo elemento di riscontro”, il TAR ha stabilito come dalle foto scattate quel giorno fosse chiaro che la manifestazione fosse di natura pacifica. Persino gli agenti hanno un atteggiamento rilassato. “Non è dato, in definitiva, nemmeno sapere su cosa si fonda il giudizio di pericolosità sociale formulato” riporta la sentenza, “né, tantomeno, quello prognostico circa la probabile reiterazione nel prossimo futuro di condotte in grado di mettere in pericolo gli interessi protetti”. Per tale motivo, il provvedimento del Questore è stato annullato.
[di Valeria Casolaro]
Due provvedimenti su due annullati… ma intanto sono stati resi subito esecutivi bloccando la possibilità di manifestazione e di espressione del proprio pensiero.