lunedì 4 Novembre 2024

Il Ministero dell’Interno cancella la trasparenza su ciò che avviene sulle frontiere

Con un decreto del 16 marzo 2022, siglato dalla ministra Lamorgese, il ministero dell’Interno ha dichiarato “inaccessibili” gli atti relativi alla “gestione delle frontiere e dell’immigrazione”, nonché tutti gli atti riguardanti l’attività di Frontex (l’Agenzia europea per il controllo dei confini). In questo modo, utilizzando il pretesto della “sicurezza nazionale”, viene sottratto ai cittadini un diritto, sancito dal Freedom of Information Act, che riguarda la trasparenza degli atti della pubblica amministrazione, opponendo un grosso ostacolo al diritto di conoscere il ruolo dell’Italia in tali contesti.

L’art. 2 di tale decreto, titolato Disciplina delle categorie di documenti sottratti al diritto di accesso ai documenti amministrativi, esplicita i vari atti amministrativi che, in ragione di motivazioni “attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale ed alle relazioni internazionali” non possono più essere divulgati. Tra questi rientrano “i documenti relativi agli accordi intergovernativi di cooperazione e alle intese tecniche stipulati per la realizzazione di programmi militari di sviluppo, di approvvigionamento e/o supporto comune o di programmi per la collaborazione internazionale di polizia, nonché quelli relativi ad intese tecnico-operative per la cooperazione internazionale di polizia inclusa la gestione delle frontiere e dell’immigrazione” e i ” documenti relativi alla cooperazione con l’Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera [Frontex, ndr], per la sorveglianza delle frontiere esterne dell’Unione europea coincidenti con quelle italiane e che non siano già sottratti all’accesso dall’applicazione di classifiche di riservatezza UE”.

Di fatto, l’accesso civico a tutti i documenti che riguardano la gestione delle frontiere e dell’immigrazione e i documenti relativi all’operato di Frontex è ora interdetto. A denunciare i fatti è Altreconomia, dopo che il 21 luglio l’Agenzia industrie difesa (AID) ha negato l’accesso all’accordo di collaborazione il cui oggetto era la fornitura di mezzi e materiali alla Libia, siglato il 21 ottobre 2021 con la direzione centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere, interna al ministero dell’Interno. Il decreto firmato dalla ministra Lamorgese compromette duramente quanto previsto dal FOIA, il Freedom of Information Act, in base al quale i cittadini possono richiedere dati e documenti “così da svolgere un ruolo attivo di controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni”. Il tutto nel nome di una non meglio chiarita questione di “sicurezza nazionale”.

Nel corso di quest’anno l’agenzia Frontex è ripetutamente finita al centro del dibattito pubblico per le indagini che ne dimostrerebbero il ruolo avuto nei respingimenti illegali dei migranti lungo i confini europei. A condurre l’inchiesta, sfociata in un rapporto di 200 pagine, vi è l’ufficio europeo antifrode OLAF: secondo quanto emerso nel marzo di quest’anno, il contenuto di quelle pagine sarebbe sufficiente a inchiodare il capo dell’agenzia Fabrice Leggeri e alcuni suoi collaboratori per le pratiche illegali che l’Agenzia avrebbe messo in atto. A poco più di un mese di distanza, il numero uno di Frontex presenterà le proprie dimissioni.

Come segnalato da Altreconomia, in questo modo sarà molto più difficile venire a conoscenza delle politiche messe in campo dall’Italia nella gestione delle frontiere, tra le quali figurano accordi come quello siglato l’8 novembre 2021 tra Viminale e Guardia costiera per la cessione alla Guardia costiera libica di tre unità navali del valore di 6,3 milioni di euro. Con gravi ripercussioni sul diritto alla trasparenza dei cittadini.

[di Valeria Casolaro]

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