domenica 22 Dicembre 2024

Non solo green pass: gli strumenti del biopotere nell’era delle emergenze

Il controllo sociale non è prerogativa dei tempi che viviamo ma è pur sempre vero che mai come adesso il potere ha avuto una così vasta gamma di strumenti, operanti sempre più in profondità, atti al controllo della società. Allo stesso modo, non è certamente la prima volta che la società cade in uno stato di eccezione che scompagina la “normalità”. L’era digitale offre al potere la capacità sempre più invasiva di poter sorvegliare e gestire il gregge senza necessariamente dover mostrare la brutalità causata dagli attriti della coercizione fisica, con tecniche e tecnologie del controllo sempre ...

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11 Commenti

  1. Complimenti agli autori. Davvero! Desidero comunque lanciare una proposta “strutturale” a tutti coloro che studiano e approfondiscono, come in questo caso eccellente.
    Cui prodest?
    Ovvero, al termine della lettura, si rimane con quel senso di impotenza, che considero proprio dannoso, un contributo aggiuntivo a quel senso di paura…
    Il mio suggerimento: chiudere con una prospettiva di senso esistenziale.
    Nella mia recente esperienza, ad esempio, ascolto con estremo interesse Federico Faggin e/o leggo il suo libro (Silicio) … o leggo anche i suggerimenti di un Mauro Scardovelli. Grazie.

  2. Complimenti a Giorgia Audiello e Michele Manfrin, ottimo articolo, ottima analisi e sintesi del problema fondamentale della società occidentale moderna, in corsa scapicollata verso il transumanesimo e poi l’estinzione.

  3. Penso sia possibile, utilizzando il libero arbitrio, cambiare l’obiettivo tecnocratico degli strumenti che l’articolo analizza in modo efficace nel loro attuale uso. AI, blockchain, decentralizzazione e delocalizzazione, redistribuzione del potere sono gli opposti risultati a cui si può giungere con gli stessi strumenti utilizzati attualmente per annichilire il libero arbitrio.

  4. Grazie x l’articolo così esplicativo. Inconsciamente percepivo tutto il senso di quanto scritto, senza averne studiato i vari Autori citati.
    Sono profondamente preoccupata per quelli che ci aspetta. Mi chiedo se sarà possibile un’inversione di rotta, o dovremo subire questi cambiamenti disastrosi.

  5. Queste riflessioni investono, secondo me, anche le forme di violenza che si stanno manifestando. Esse sono sempre più di ordine predatorio.Individuato il soggetto, il predatore o il branco agiscono non perché quello sia il nemico con cui contendere territorio o oggetto di desiderio.
    Non c è più nessuna lotta finalizzata ma semplicemente si attuano forme di aggressione. Il nemico viene individuato con debole movente, è semplicemente il frutto di una decisione qualsiasi. Non più legge dell’istinto ma puro odio casuale. Le masse non esistono più ma nemmeno gli individui. Le persone stanno diventando sempre più incapaci di riflettere, di gestire freni inibitori. La responsabilità svanisce sul terreno dell’ automatismo o della indifferenza. Vanno ripensate assolutamente nuove forme di aggregazione per uscire dalla spirale del controllo a cui qualcuno pensa di sottrarsi con la violenza.

  6. Complimenti agli autori per la chiarezza e la mole enorme di spunti di riflessione.
    Resta un punto di difficile attuazione: come si contrasta questa impostazione di società, da singoli che mutano il proprio comportamento o da “popolazione organizzata” che rifiuta in massa l’assoggettamento a tali politiche? Il singolo verrebbe schiacciato dagli altri singoli persuasi della bontà della digitalizzazione della società, le organizzazioni assorbite e smantellate comprandosi i leader (mi ricorda un partito di recente comparso e di prossima sparizione).

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