È iniziato il tour diplomatico che porterà la presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi in Asia, per “incontri ad alto livello in cui discutere come promuovere interessi e valori condivisi, inclusa la pace”. Le tappe ufficiali sono Singapore, Corea del Sud, Giappone e Malesia. A far discutere e ad accrescere le tensioni tra Pechino e Washington sono state però delle indiscrezioni, né confermate né smentite dall’amministrazione statunitense, riguardanti una visita a Taiwan, l’isola “ribelle” considerata dalla Cina una “parte inalienabile” del proprio territorio. Giovedì, il presidente cinese Xi Jinping ha avvertito l’omologo statunitense Joe Biden che, su Taiwan, «chi gioca con il fuoco si dà fuoco». Sono così iniziate delle esercitazioni militari nel mar Cinese meridionale e nello Stretto di Taiwan, mentre altre sono state programmate lungo la penisola di Leizhou, nelle acque al largo del Guangdong, il 2 e il 3 agosto.
Il tour diplomatico di Nancy Pelosi fa seguito a mesi particolarmente tesi tra Stati Uniti e Cina, con rimbalzi di responsabilità sulla guerra in Ucraina e dichiarazioni ambigue di Joe Biden su un intervento statunitense a difesa di Taiwan in caso di aggressione da parte di Pechino. Nei giorni scorsi, delle indiscrezioni riguardanti un’ulteriore tappa diplomatica all’isola ribelle – oltre a quelle previste per Singapore, Corea del Sud, Giappone e Malesia – hanno alimentato le tensioni tra Pechino e Washington, fino alla telefonata di giovedì tra i due leader e alle esercitazioni nel fine settimana. Come riportato da Associated Press (AP), il Pentagono sarebbe pronto ad aumentare le forze (jet da combattimento, navi e altri sistemi per fornire una rete di protezione all’aereo di Pelosi) nell’area dell’indopacifico in caso di visita della Speaker della Camera a Taipei. «Se i caccia statunitensi scortano l’aereo della Pelosi a Taiwan, è un’invasione. L’EPL (Esercito Popolare di Liberazione) ha il diritto di scacciare con la forza l’aereo della Pelosi e gli aerei da combattimento statunitensi, incluso sparare colpi di avvertimento e fare movimenti tattici di ostruzione. Ove ciò risultasse inefficace, di abbatterli», ha dichiarato Hu Xijin, giornalista di Global Times, quotidiano cinese che vive sotto gli auspici del Partito.
Di fronte all’eventuale visita di un’alta carica degli Stati Uniti a Taiwan – la prima dal 1997, quando l’allora presidente della Camera Newt Gingrich si recò sull’isola “ribelle” – Pechino ha minacciato una “dura risposta”. Sono state così organizzate delle esercitazioni militari al largo dell’isola di Pingtan, nella provincia del Fujian, in un’area distante poco più di 100 chilometri dalle coste taiwanesi. Diversi video hanno ripreso l’arrivo dei sistemi antiaerei a medio raggio HQ-22 dell’Esercito Popolare di liberazione cinese nella regione.
[di Salvatore Toscano]
Questa è follia , gli USA andrebbero ridimensionati e questo succederà …