Dalla scorsa settimana proseguono i bombardamenti ucraini intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: si tratta della più grande centrale nucleare d’Europa situata nell’omonimo oblast e controllata fin dallo scorso marzo dalle truppe russe. La potenziale pericolosità della situazione ha costretto il Cremlino a chiedere l’intervento dell’ONU e dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). Sebbene, infatti, Kiev accusi Mosca degli attacchi – seguita a ruota dal coro unanime dei media mainstream occidentali – non vi sono prove a supporto della tesi. E oltretutto, quantomeno a logica, risulta ardito credere che i russi stiano auto-bombardando un territorio sotto il loro controllo. Al riguardo si è espresso anche il rappresentante permanente della Russia all’ONU, Vasily Nebenzya, il quale ha asserito che «questa propaganda sta trovando spazio sui media occidentali, ma non ha logica. Le nostre truppe non avrebbero alcuna ragione di colpire una centrale che è sotto il nostro controllo».
Secondo quanto si apprende da fonti locali, venerdì scorso le forze militari di Kiev hanno lanciato tre attacchi contro la centrale e in seguito a ciò le difese aeree russe nell’area sono state rafforzate, come ha dichiarato Vladimir Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione militare-civile della regione. I bombardamenti sono proseguiti tutta la settimana e nella giornata di ieri i sistemi di difesa aerei moscoviti hanno respinto nuovi tentativi di attacco da parte dell’esercito ucraino che aveva preso di mira la città di Energodar e la centrale nucleare con droni e artiglieria pesante. Sempre Rogov ha riferito al canale televisivo Rossiya-24 che al momento, «la centrale nucleare è in modalità operativa. Non c’è pericolo di radiazioni».
Tuttavia, il rischio che la situazione possa sfuggire di mano da un momento all’altro è alto e, in tal caso, le conseguenze di un simile scenario sarebbero catastrofiche per l’intera zona circostante: per questo, la delegazione russa guidata dallo stesso Nebenzya ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, avvenuta ieri 11 agosto, oltreché una missione dell’AIEA presso l’impianto nel più breve tempo possibile. Mosca ha dichiarato di aver fatto tutto il necessario affinché il sopralluogo avvenga, ma accusa Kiev di impedirlo. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato i bombardamenti e, nel contesto di reciproche accuse tra le due parti belligeranti, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha fatto appello «al buon senso e alla ragione», per evitare azioni che «potrebbero portare a conseguenze catastrofiche non solo per le zone circostanti, ma anche per la regione e altrove». Guterres ha poi affermato che l’area della centrale dovrebbe essere trasformata in una zona smilitarizzata e ha invitato entrambe le parti a fermare tutti i combattimenti nei pressi dell’impianto: «La struttura non deve essere utilizzata come parte di alcuna operazione militare. Al contrario, è necessario un accordo urgente a livello tecnico su un perimetro sicuro di smilitarizzazione per garantire la sicurezza dell’area».
Dal canto suo, il segretario generale dell’AIEA, Rafael Grossi, in apertura della seduta del Consiglio di Sicurezza sulla crisi in corso, ha dichiarato che i bombardamenti «al momento non pongono rischi immediati per la sicurezza nucleare». Allo stesso tempo però ha asserito che «la situazione è grave e l’AIEA deve essere autorizzata a svolgere la sua missione a Zaporizhzhia il più rapidamente possibile». Grossi da settimane chiede di inviare una missione per ispezionare la centrale: «il tempo è fondamentale», ha affermato.
Proseguono poi le accuse reciproche tra Russia e Ucraina: il presidente ucraino Zelensky ha parlato di «ricatto nucleare russo», esortando la comunità internazionale a «reagire immediatamente» per costringere le truppe di Mosca a lasciare l’impianto. Il rappresentante russo alle Nazioni Unite, Nebenzya, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, invece, ha lamentato il fatto che l’Occidente adotta il criterio dei due pesi e due misure nella crisi ucraina, per cui «non c’è mai alcuna responsabilità di Kiev in nulla», aggiungendo che durante i mesi del conflitto si è assistito ad una «guerra di bugie da parte dei colleghi occidentali, che in modo coordinato accusano la Russia per qualsiasi cosa ed escludono sempre ogni possibile responsabilità di Kiev».
Anche il rappresentante permanente della Cina all’ONU, Zhang Jun, ha espresso profonda preoccupazione, sostenendo che c’è il rischio di un incidente nucleare peggiore di quello che avvenne alla centrale di Fukushima. La stessa cosa ha sostenuto il vice portavoce del ministero degli Esteri russo, Ivan Nechaev, paventando il rischio di una catastrofe che potrebbe superare il disastro nucleare di Chernobyl. Nell’eventualità di simili scenari, secondo il diplomatico russo Nebenzya, «la piena responsabilità sarebbe dei sostenitori occidentali dell’Ucraina», anche considerato il fatto che gli attacchi all’impianto di Zaporizhzhiha avvengono con armi fornite all’esercito ucraino dall’industria bellica occidentale: infatti, secondo quanto riportato dallo stesso Rogov, le aggressioni vengono effettuate con artiglieria pesante e lanciarazzi multipli MLRS di fabbricazione occidentale.
[di Giorgia Audiello]
Perché l’articolo inizia parlando di bombardamenti “intorno” alla centrale? Se fosse così il pericolo sarebbe basso. In realtà il bersaglio dei criminali ucraini e dei loro consiglieri Nato è proprio la centrale, come del resto emerge con chiarezza dal resto dell’articolo.