lunedì 4 Novembre 2024

La disinformazione sulle cause dei prezzi del gas copre la speculazione delle aziende

L’inflazione all’interno dell’Unione europea ha raggiunto a luglio il livello record del 9,8%, mentre il gas ha superato nelle scorse ore la soglia dei 290 euro al megawattora (MWh) sul mercato di Amsterdam. I due fenomeni sono correlati, dal momento in cui un aumento del prezzo dei beni energetici provoca di riflesso costi maggiori per i produttori e, quindi, beni e servizi immessi sul mercato a un prezzo più elevato rispetto al periodo precedente. La narrativa dominante degli ultimi mesi semplifica – disorientando i lettori – le cause di questi incrementi a un unico evento: la guerra in Ucraina, dimenticando diverse variabili esplicative, una su tutte la speculazione delle imprese. A questa, si aggiungono uno squilibrio (nato prima del conflitto Kiev-Mosca) tra domanda e offerta del gas – la prima in crescita dopo la fase acuta della pandemia e l’altra stabile, in uno scenario che provoca l’aumento dei prezzi – e un rendimento dell’eolico inferiore alle attese, che si ricollega alle conseguenze del cambiamento climatico.

Affrontando il tema dell’aumento dei prezzi a luglio, avevamo aperto all’ipotesi di star vivendo all’interno di una bolla speculativa, dove (semplificando al massimo) i prezzi di vendita sono più alti di quelli reali, gonfiati dalla volontà di maggiori guadagni o contratti più vantaggiosi. In finanza, la speculazione ingloba tutti i tentativi di ottenere un guadagno da fluttuazioni del mercato in tempi brevi attraverso operazioni rischiose. Nella speculazione al rialzo – più famosa di quella al ribasso – gli individui acquistano dei titoli, prevedendo un aumento delle loro quotazioni (un aumento di “valore”), con l’obiettivo di rivenderli al maggior prezzo possibile. Oltre ai titoli, anche i beni possono essere al centro dell’attività speculativa. In particolare, i beni alimentari e quelli energetici hanno subito negli ultimi mesi ingenti incrementi, dettati non solo dal mancato incontro tra domanda e offerta ma anche dalla volontà dei paesi produttori e degli agenti economici di guadagnare di più dagli accordi esistenti. In tanti, e in particolare le multinazionali, stanno sfruttando la paura della scarsità dei beni agricoli ed energetici per vendere a un prezzo maggiorato o per stipulare contratti più vantaggiosi. Che l’inflazione abbia avuto un impatto sui costi per le attività è innegabile, ma che il prezzo finale attuale di un bene o di un servizio scaturisca esclusivamente dal fenomeno inflazionistico e sia esente da logiche speculative è tutto da vedere.

Alla luce di tali considerazioni può essere spiegato l’attuale prezzo del gas, gonfiato dal gioco speculativo e dagli interessi delle multinazionali energetiche, che negli ultimi mesi hanno segnato profitti da record. L’utile di Eni relativo alla prima metà dell’anno è stato di 7,39 miliardi di euro, in aumento del 600% rispetto ai primi sei mesi del 2021, quando la multinazionale del gas e del petrolio ha chiuso con 1,1 miliardi di guadagno. L’utile di Eni «o meglio extraprofitto deriva dalla speculazione sui prezzi dell’energia che sta mandando al fallimento le imprese e portando alla disperazione milioni di famiglie» ha commentato il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, che ha poi aggiunto: «Gli extraprofitti devono essere restituiti al 100% a famiglie e imprese». Un tentativo in tale direzione, seppur minimo, era contenuto nel nuovo Decreto Bollette approvato dal governo Draghi a luglio. Peccato che l’articolo 10 della norma, relativo all’introduzione di una tassa sugli extraprofitti delle compagnie energetiche, sia scomparso dalla stesura finale, rafforzando di fatto i rapporti lungo l’asse esecutivo-De Scalzi, l’amministratore delegato di Eni che negli ultimi mesi ha accompagnato il ministro degli Esteri Luigi di Maio nelle spedizioni alla ricerca di gas e petrolio tra Africa e Medio Oriente.

[di Salvatore Toscano]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

7 Commenti

  1. Ecco i primi e prelibati “ frutti avvelenati “ della decantata ( dai farabutti del mainstream giornalistico e radiotelevisivo italiota ) Agenda Draghi: un “ vile affarista “ come giustamente disse Cossiga; un volgare “ liquidatore “ spudoratamente spacciato come un grande “ economista “ che persegue in realtà il solo obiettivo di svendere a prezzi stracciati alla speculazione finanziaria globale le migliori attività e risorse economiche italiane: il caso ENI richiamato nell’articolo e’ eclatante ( + 600% di utili nel primo semestre 2022 grazie al prezzo speculativo delle forniture del gas mentre centinaia di migliaia di piccole e medie aziende in tutti i settori sono sull’orlo del fallimento strozzati da questa silente complicità governativa a fronte della vergognosa speculazione sulle bollette…)
    Riflettete e il 25 settembre smettete di continuare a dare fiducia a TUTTI questi “ VILI AFFARISTI “ che ci stanno rubando i soldi e la vita!!!

    • Condivido, Michele,
      Aggiungere ancora alla Sua menzione di aver svenduto la nostra industria, quello di aver aiutato con finanziamenti europei la FCA (Multinazionale di diritto americano con sedi all’estero) con 6,3 miliardi di Euro, a carico degli europei. per completare l’acquisto delle azioni di Peugeot, in luogo di aiutare il rilancio di 150.000 PMI italiane. Ecco il rilancio dell’agenda (agente?) Draghi! Coloro che votano ai politici chi gli sono favorevoli Votano contro il bene dell’Italia e dell’Europa. Viva l’apologia della guerra? Pensiamoci bene che non è finita con la Russia. Tra non molto ci sarà la Cina da attaccare e l’Europa da smantellare. Riflettete.

  2. Cinquant’anni fa, si sarebbero organizzate sfilate di proteste spontanee civili per le città, pur non essendoci né
    internet, né reti sociali
    Eppure le voci di elevavano.
    Oggi il 90% dei cittadini pensa :”tanto che ci possiamo fare?”
    La gente si sente ormai inutile e, quindi sottomessa. La dignità e l’amor proprio della Vita sociale non esistono più e la gente soffre ormai in silenzio, godendosi gli opportunisti di pseudo politici che se la ridono di loro.
    Ma che popolo senza dignità è diventato quello italiano?

  3. Purtroppo per trasformare la maggior parte degli Italiani( esclusi i complici del potere) da pecore in capre che, sempre alla famiglia degli ovini appartengono, ma che almeno non brucano solo l’erba in basso, ma si alzano sulla zampette e mangiano anche dai rami, bisogna purtroppo andare sempre più nella miseria e nella disperazione. Allora si apriranno occhi, orecchi e si alzerà finalmente la voce.

    • Caro Gianluca,
      Di origini italiane, ma di cultura francese, vivo in Italia da cinquant’anni e devo ammettere che la solidarietà, pur tanto elogiata dal compianto Fausto Vicarelli, sfortunatamente non trova riscontro come negli altri paesi europei, dove la reazione si fa sentire nell’immediato, soprattutto anticipando gli eventi e non nel fronteggiare le difficoltà conseguenti a delle decisioni opportuniste.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria