domenica 22 Dicembre 2024

Il prezzo del gas sfonda ogni record: migliaia di aziende a rischio chiusura

Non si ferma la corsa del prezzo del gas alla borsa di Amsterdam, indice di riferimento in materia di energia e mercato speculativo per eccellenza. Ieri, si è sfondata la soglia dei 321 euro al megawattora, segnando un pesante +61% rispetto al solo 26 luglio scorso, quando i ministri europei dell’Energia hanno concluso l’ultima riunione comunitaria. Nelle prossime settimane, Bruxelles potrebbe convocare un Consiglio straordinario e lavorare al price-cap (tetto massimo) sul gas, come auspicato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Nel frattempo, ieri in Italia il prezzo medio fissato per l’energia elettrica è salito a 718 euro al megawattora contro i 614,76 euro del giorno precedente. A poco meno di un mese dall’autunno, scatta l’allarme per oltre 120.000 aziende, in bilico tra il calo di produzione e la chiusura.

L’indice di riferimento del gas europeo si forma ad Amsterdam ed è denominato Title Transfer Facility (TTF). Si tratta di un mercato a forte trazione speculativa, come dimostra un dato del 2021: il 68% degli scambi sul TTF ha riguardato contratti future (l’impegno a un acquisto differito a un prezzo prefissato), segno di una predominanza di operazioni puramente finanziarie rispetto a quelle per l’effettivo acquisto fisico di gas. Tradotto in parole povere, i trader scommettono sul prezzo del gas ad Amsterdam, sfruttando i timori relativi alla sua mancanza (nonostante stoccaggi, diversificazione energetica e nuovi fornitori per i Paesi europei) e influenzando la vita di milioni di persone. La speculazione si basa su impressioni e aspettative, esulando dal valore reale dei beni o dei servizi. Se è vero che da un lato esistano delle cause “in superficie” per l’aumento del prezzo del gas negli ultimi anni – cattiva gestione degli stoccaggi, cambiamento climatico, squilibrio tra domanda e offerta e guerra in Ucraina – è altrettanto vero che dall’altro, nessuno di questi fattori «è sufficiente a giustificare ciò che sta avvenendo», come sottolineato da Patrick Heather dell’Oxford Institute for Energy Studies. L’analista parla di livelli di volatilità «incredibili e senza precedenti con rincari davvero inediti, non solo per il mercato del gas, ma per i mercati dell’energia in generale, dove niente di questo genere era mai successo prima». Ecco che l’attività speculativa diventa fattore determinante nell’aumento dei prezzi dell’energia, già a partire dalla chiusura del 2021. Per arginarla, l’Unione europea potrebbe adottare il price-cap, un’azione secondo diversi esperti necessaria ma non così semplice, dal momento in cui rappresenterebbe un passo indietro per Bruxelles rispetto alla “strategia di liberalizzazione” del mercato dell’energia portato avanti con determinazione negli ultimi vent’anni.

In attesa di risposte comunitarie, in Italia il dibattito sul caro energia è entrato di prepotenza nella discussione elettorale, con l’allarme lanciato da Confcommercio relativo alla possibile chiusura di 120.000 imprese (circa 370.000 posti di lavoro), alle prese con bollette sempre più salate. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato, al meeting di Rimini, che le riserve sotterranee di gas sono piene all’80 per cento della capacità, in anticipo di due mesi sulle previsioni di Bruxelles. Nel frattempo, le varie forze politiche valutano l’ipotesi di un tetto massimo al prezzo del gas anche a livello nazionale, da finanziare eventualmente attraverso una tassa sugli extraprofitti. Tale iniziativa è stata bocciata dal governo Draghi lo scorso giugno, quando ha deciso di eliminare dal testo definitivo del nuovo decreto Bollette l’articolo 10, relativo all’introduzione di una tassa sugli extraprofitti delle compagnie energetiche. Il centrodestra ha già messo le mani avanti, preferendo la soluzione europea e non nazionale. Da maggio, invece, in Spagna e in Portogallo il gas per generare elettricità viene pagato 40 euro a MWh e la differenza tra questo tetto e i prezzi TTF viene compensata dallo Stato, per un costo totale di 8,4 miliardi di euro secondo le ultime stime.

[di Salvatore Toscano]

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5 Commenti

  1. Ma no, è il mercato che si regola, ricordate il matra di tutti i liberisti di 20 anni fa? Gli stessi che ora chiedono l’intervento dello stato…

  2. E così i regolamenti e le decisioni europee favoriscono e incentivano la speculazione? Strano, eh? E quindi adesso gli stessi soggetti europoidi che hanno dato le chiavi del continente agli speculatori finanziari adesso dovrebbero cambiare tutto e mettersi, per la prima volta, dalla parte dei cittadini e dei lavoratori? Ma per piacere!

  3. Ehhh, ma Putin e la Russia saranno al collasso con le nostre sanzioni prima dell’autunno.
    l governi europei stanno inchiappettando il proprio popolo con la propaganda mediatica. Complimenti per la strategia.

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