Negli ultimi giorni in molte chat sta girando la notizia, ripresa anche da alcuni siti ad ampia circolazione, secondo la quale il Regno Unito avrebbe fatto dietrofront sulle vaccinazioni alle donne in gravidanza e durante l’allattamento, giudicandole non sicure. In realtà il documento in questione esiste già dal dicembre 2020 e l’aggiornamento riguarderebbe gli over 18 che ricevono una dose di richiamo eterologa, ma il caso è piuttosto intricato e di difficile comprensione.
Effettivamente le ultime linee guida riportate sul sito del ministero della Salute britannico, nell’ultimo aggiornamento del 16 agosto 2022, sconsigliano la vaccinazione alle donne in gravidanza e in fase di allattamento. Tuttavia, come ha spiegato su Twitter la dottoressa Victoria Male, docente di Immunologia riproduttiva all’Imperial College di Londra, il paragrafo sulle conclusioni di tossicità è quello fornito nel dicembre 2020 da Pfizer all’agenzia inglese per i medicinali e che da allora non è mai stato aggiornato.
Inoltre, la revisione di agosto cozza con il documento ministeriale dell’11 aprile 2022, in cui le autorità sanitarie britanniche raccomandavano “fortemente la vaccinazione per donne incinte e in fase di allattamento” e lo stesso era sostenuto, fino all’aggiornamento del mese scorso, anche dal National Health Service (NHS), il sistema sanitario nazionale del Regno Unito.
Le linee guida ministeriali britanniche, ancora presenti nell’ultimo aggiornamento di agosto 2022, però parlano chiaro (tradotto): “Nel contesto dell’offerta ai sensi del regolamento 174, si ritiene che al momento non sia possibile fornire sufficienti rassicurazioni sull’uso sicuro del vaccino nelle donne in gravidanza: tuttavia, l’uso in donne in età fertile potrebbe essere sostenuto a condizione che gli operatori sanitari siano invitati a escludere una gravidanza nota o sospetta prima della vaccinazione. Anche le donne che allattano al seno non dovrebbero essere vaccinate. Queste sentenze riflettono l’assenza di dati al momento attuale e non riflettono una specifica constatazione di preoccupazione.”
Non ci resta che capire, in quest’assordante confusione e sovrainformazione, quale sia il pensiero della scienza ad oggi. Se effettivamente la vaccinazione è raccomandata alle donne in gravidanza e in fase di allattamento, perché l’ultimo aggiornamento delle linee guida ministeriali britanniche sostiene ancora il contrario? E quali sono gli studi scientifici ed i trial clinici che giustificano la posizione? Ancora oggi l’Agenzia del Farmaco Italiano (AIFA) specifica sul proprio sito che “le sperimentazioni cliniche sui vaccini non hanno coinvolto donne in gravidanza”, pur riportando la sintesi di risultati di studi che “nonostante alcune limitazioni nei dati” dovrebbero rassicurare le future mamme.
Se invece vaccinare i soggetti in questione non è ritenuto ancora sicuro – come riportato dalle autorità britanniche – su quali basi scientifiche le vaccinazioni per le donne incinte sono state raccomandate in tutta Europa ed in Italia, oltretutto, sono state rese indirettamente obbligatorie attraverso lo strumento del green pass?
[di Iris Paganessi]
” follow the money”… in USA si dice così. Cerca di capire chi ci guadagna.
Ovviamente la domanda finale dell’articolo è retorica e credo che ci si potrebbe spingere oltre, cioè chiedere conto degli effetti avversi dei vaccini, specialmente sulle donne donne in gravidanza e in fase di allattamento. E denunciare. Ma questo non si fa. Perché?
Ci sono dei filoni di inchiesta, vedremo che cosa succede. La consapevolezza sta aumentando.
Vorrei aggiungere che ” la scienza” è impersonale, non ha un pensiero. Un pensiero lo hanno gli scienziati, alcuni seri, alcuni pagati per ottenere certi risultati, alcuni in conflitto di interesse, alcuni corrotti.