+Europa concorrerà per le elezioni del 25 settembre nella coalizione di centro sinistra. Il suo programma riprende in più punti l’Agenda Draghi e le proposte avanzate dal Partito Democratico, con una particolare attenzione nei confronti dei diritti civili. Come per gli altri partiti, la redazione de L’Indipendente ha analizzato le misure di +Europa in vista di un voto consapevole.
Carta d’identità: +Europa
Capo politico: Emma Bonino
Orientamento politico: centro
Ultima legislatura: 1 senatore e 2 deputati (risultato elezioni 2018)
Coalizione: centro sinistra, insieme a Partito Democratico, Verdi/Sinistra Italiana, Impegno civico
Slogan e programma
“Una generazione avanti”
Giovani e istruzione
- Spesa per l’istruzione arricchita dell’1% del PIL in 5 anni.
- Aumento degli investimenti in Università e istituzioni pubbliche fino a raggiungere l’1,5% del PIL (oggi è allo 0,5%).
- Scuola dell’obbligo estesa a 18 anni.
- Introduzione di percorsi di scuola secondaria con alcune materie a scelta dello studente.
- Sostegno alla residenzialità degli studenti fuorisede.
- Incentivi all’iscrizione delle studentesse ai corsi STEM.
- Informazione in materia di salute sessuale e relazioni affettive nelle scuole.
Economia e lavoro
- “Introduzione del salario minimo mobile, definito in accordo tra le parti sociali e sulla base dei settori produttivi”.
- Riforma del reddito di cittadinanza.
- Lotta all’evasione fiscale: no ai condoni.
- Riduzione graduale del rapporto debito pubblico/PIL.
- Revisione dei beni in concessione, a partire dall’attuazione della riforma di Draghi sui balneari (ddl Concorrenza).
- Riduzione significativa delle partecipazioni pubbliche e maggiore ricorso alle gare per i servizi pubblici locali.
- Sostegno alla Legge Fornero in materia pensionistica.
- No tax area per tutti i lavoratori fino a 10 mila euro e riduzione delle aliquote Irpef a tre: al 23% fino a 40 mila euro; al 28% fino a 70 mila euro; al 38% sopra i 70 mila euro.
- Unico regime di ammortizzatori sociali che riguardi tutti i lavoratori (dipendenti, autonomi, imprenditori).
Diritti
- Ius Scholae.
- Legalizzazione dell’eutanasia.
- Legalizzazione della cannabis.
- Diritto all’aborto garantito da almeno una presenza minima di medici non obiettori di coscienza in tutti i presidi ospedalieri.
- Introduzione del matrimonio egualitario, estensione dell’adozione alle coppie, sposate o meno anche dello stesso sesso e alle persone single.
- Contrasto ai crimini e ai discorsi d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere.
- “Abolizione della Legge Bossi-Fini, realizzando canali legali di ingresso per cittadini extracomunitari e consentendo la regolarizzazione dei lavoratori stranieri già presenti in Italia”.
- Tutela del diritto di voto anche ai lavoratori e agli studenti fuori sede.
- Riforma della legge in materia di Procreazione Medicalmente Assistita e accesso ai percorsi di PMA alle donne single e coppie di donne.
- Riduzione al 4% (attualmente al 10%) dell’Iva sugli assorbenti (cosiddetta Tampon tax).
Beni comuni
- Incentivi all’affidamento anche a soggetti privati della gestione di siti culturali (Musei, aree archeologiche ecc…).
- “Meno inquini, meno paghi: tassazione ambientale incentivante per le aziende che riducono la CO2 e altre sostanze inquinanti”.
- Sì a un tetto massimo del prezzo del gas a livello europeo al fine di contrastare l’aumento del costo dell’energia.
- Sì al nucleare: rafforzamento della ricerca e della cooperazione scientifica e realizzazione del deposito nazionale per tutti i rifiuti radioattivi.
- Sì ai rigassificatori e ai termovalorizzatori.
- Incentivi alla produzione energetica da fonti rinnovabili.
- Tutela del benessere animale.
Politica estera
- Europeismo e atlantismo.
- Sì all’invio di armi in Ucraina.
- Gestione delle pandemie affidata all’Unione Europea.
- No al memorandum d’intesa sulla migrazione siglato tra il governo italiano e quello libico.
- “Completamento dell’agenda Nato 2030 per un’Alleanza difensiva adeguata per la nostra sicurezza collettiva”.
- Sistema di difesa e sicurezza comune europea.
Politiche sanitarie
- Miglioramento delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro del personale sanitario.
- Formazione capillare e diffusa alla telemedicina e alle tecnologie digitali.
- Nessun riferimento all’obbligo vaccinale anti-Covid e al green pass.
Riforme costituzionali proposte
“Introduzione in Costituzione del principio di equità generazionale per evitare scelte miopi che creano indebitamento irresponsabile verso le nuove generazioni”.
Considerazioni
“L’impegno principale di una forza europeista e liberaldemocratica come +Europa deve essere oggi quello di proseguire nel solco del lavoro svolto dal governo Draghi”, si legge nell’introduzione del programma elettorale di +Europa. Così, continuando sulla scia dell’esecutivo dimissionario, il partito guidato da Emma Bonino propone ad esempio una revisione dell’Irpef, imposta sul reddito, per ridurre a 3 le soglie di versamento: al 23% fino a 40 mila euro; al 28% fino a 70 mila euro; al 38% sopra i 70 mila euro. La statistica ci viene in soccorso per capire se si tratta di una misura che rispetta, in modo sostanziale e non formale, il principio di progressività. Nel 2020, 41,5 milioni di persone hanno presentato in Italia la dichiarazione dei redditi, certificando un reddito complessivo di 884 miliardi di euro. La distribuzione, realizzata secondo i dati del MEF, parla di un’elevata concentrazione del reddito tra i 10 mila euro (limite superiore della no tax area nelle intenzioni di +Europa, che la aumenterebbe dai circa 8 mila attuali) e i 26 mila euro: circa 17 milioni di persone, il 41% del totale. Questi andrebbero a condividere la medesima imposta, al 23%, con chi percepisce un reddito compreso tra i 26 e 40 mila euro: circa 7,3 milioni di contribuenti, il 18% del totale. Il principio di progressività, sancito dall’articolo 53 della Costituzione italiana, non verrebbe rispettato nemmeno prendendo in considerazioni le soglie successive e i redditi più elevati. Infatti, i contribuenti con un reddito superiore a 70 mila euro andrebbero a pagare, secondo la riforma di +Europa, un’imposta al 38%. Peccato che tra i 70 mila e i 200 mila euro ci siano più di un milione di persone, quasi undici volte tanto i contribuenti con un reddito superiore ai 200 mila euro.
Tenendo fede all’agenda Draghi, +Europa punta forte sulla privatizzazione e sulla non partecipazione statale nella gestione di beni e servizi, in uno slancio al sapore di anni 90. In linea, invece, con il Partito Democratico, gli ex radicali rigettano il “memorandum d’intesa sulla migrazione siglato tra il governo italiano e quello libico”, omettendo che l’esecutivo in questione fosse quello del dem Paolo Gentiloni. Diverse, invece, le mele della discordia all’interno della coalizione di centro sinistra: dal nucleare (appoggiato da +Europa e rigettato invece da Partito Democratico e Verdi/Sinistra Italiana) al sostegno all’operato di Draghi, che vede contrapposto lo schieramento +Europa – Impegno civico – Pd a quello “oppositore” di Verdi/Sinistra Italiana.