domenica 22 Dicembre 2024

La più potente religione del mondo: Successology

Esiste da circa duecento anni una religione trasversale e senza nemici, diffusissima in tutto il mondo eppure sconosciuta. Della quale probabilmente fai parte anche tu, senza saperlo. Il suo nome è “Successology“.

Può contare su un numero incredibile di adepti tra i manager di New York, gli universitari di Mumbai, i liberi professionisti di Rio De Janeiro, gli impiegati di Tokyo e qualche casalinga di Cerignola. Ma è un elefante nella stanza, che tutti hanno davanti agli occhi e di cui nessuno parla.

La sua incredibile potenza sta nell’enorme quantità di divulgatori che diffondono inconsapevolmente il suo messaggio. I genitori trasferiscono ai figli i primi rudimenti di questa religione sin da piccoli; le maestre ed i professori rafforzano l’indottrinamento dalle elementari fino all’università; i politici la proteggono e gli economisti la esaltano. Successology permea il modo in cui vediamo il mondo, e diventa la matrice che regola il nostro modo di pensare e agire.

Va detto. È un culto estremamente esigente. Richiede almeno cinque giorni a settimana di devozione, a volte sei. In casi estremi sette. Qualcuno lo pratica tutto il giorno. C’è chi se lo sogna di notte. È onnipresente, sebbene apparentemente non invadente. Perché basato sull’illusione di lasciarti libero di fare ciò che vuoi.

Non serve a tutti, ma è praticata da tutti quelli che servono.

Puoi capire se anche tu ne fai parte in base a due fattori fondamentali:

  1. La necessità di avere obiettivi sempre più grandi, alla ricerca di una felicità che non arriva mai.
  2. Il bisogno compulsivo di mostrarsi fintamente felici, nella vita reale o nei social network, per ottenere l’approvazione altrui.

Tra i vari fedeli la categoria in assoluto più stimata e meritevole di amore divino si trova all’interno delle grandi multinazionali. Donne e uomini incredibili, vera linfa di Successology, grazie alla loro straordinaria capacità di immolarsi per dodici, quattordici o addirittura sedici ore al giorno, senza sosta. Sono i nuovi martiri che si flagellano continuamente, non concedendosi un giorno di vacanza, trascurando la famiglia e, nei casi vicini alla santità, rinunciando completamente a se stessi.

Successology ha chiesto a questi adepti di sostituirsi alle bestie sacrificali, diventando loro stessi oggetto di sacrificio. Ma in cambio di tanta devozione, ha promesso ricchezza, potere e rispetto.

Ma anche molti titolari di piccole aziende, attirati dal desiderio di essere altrettanto prediletti, si sono convinti della necessità di applicare alla lettera i dettami di Successology. È stato un processo graduale, lento come la fuoriuscita di un veleno che poco alla volta inquina le falde acquifere, stillando da una tubatura nascosta e crepata. La parola d’ordine è diventata una sola, ripetuta ossessivamente come un mantra ipnotico: fatturato, successo, notorietà!

Ed è avvenuto così che tanti piccoli e medi imprenditori, eredi di una secolare e nobile tradizione basata sulla cura del cliente, sul radicamento territoriale e sulla parsimonia finanziaria, si sono trasformati in parodie grottesche di amministratori delegati e di top manager di imprese ciecamente devote a Successology.

Con risultati raccapriccianti.

Il culto di Successology aveva infatti promesso il paradiso a tutti i propri adepti. E per lungo tempo ha mantenuto la parola. In effetti più sacrificavi te stesso, più la divinità concedeva gioie e privilegi.

Poi, improvvisamente, nell’annus horribilis del 2008, accadde qualcosa di imprevedibile. Forse indispettita da qualche mancanza dei suoi adepti, o fin troppo sazia dell’adorazione ormai mondiale, chissà, la divinità ha smesso di elargire a piene mani i propri premi. È così iniziata nelle aziende la tremenda carestia degli ordini, dei fatturati e degli utili. E nonostante l’intensificarsi dei sacrifici umani, dopo poco si è abbattuta persino la piaga del basso costo, a causa delle cavallette cinesi.

Da allora i seguaci osservano smarriti l’evolversi degli eventi, increduli di quanto crudele possa essere quella divinità che fino a poco tempo prima sembrava così benevola e generosa.

Qualcuno mormora ancora “Prima o poi tutto tornerà come prima, fidatevi”, ma col passare degli anni anche i credenti più convinti iniziano a nutrire i primi dubbi. Possibile che, come per tutti i culti, giunto all’apice dello splendore, anche Successology abbia iniziato il proprio inesoriabile declino?

Tra i più delusi ci sono proprio quegli imprenditori che, sentendo di essere stati abbandonati a se stessi, si domandano cosa servirà fare, adesso, per recuperare l’amore della divinità e tornare a vivere nel fasto di un tempo.
Altri invece incominciano a farsi domande diverse, arrivando a mettere in discussione i pilastri della fede in Successology.

E se la sacra triade della popolarità, dello status sociale e del potere fosse in realtà simbolo di questo inferno in terra?

Nel rendersi conto di far parte della più invasiva e occulta delle religioni, qualcuno comincia a prenderne le distanze. E, come ben sapete, mettere in discussione culti ancora così potenti e radicati non è mai ben visto da chi detiene il potere. Potrebbe portare ad una rivoluzione senza precedenti, in grado di sconvolgere l’intera società, l’economia, la politica, la cultura.

Ebbene, come vecchi carbonari, gli Imprenditori Sovversivi si stanno riconoscendo e unendo, per trovare il coraggio di affermare che il vecchio culto di Successology era il più disumano, distruttivo e masochistico sistema religioso mai nato sulla faccia della Terra. E che va debellato definitivamente, ora che sembra aver perso un po’ del suo consenso e della sua forza. Perché ha gia fatto troppe vittime. Milioni di esseri umani hanno sacrificato salute, famiglia, emozioni e anima, per immolarsi inconsapevolmente ad una divinità che in molti casi non sapevano neppure di adorare. E che ha massacrato più persone di tutte le precedenti guerre di religione. Col tacito consenso di tutti e senza grossi clamori.

È giunto il momento di abiurare Successology.

[di Fabrizio Cotza]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Un articolo semplicemente geniale!
    Complimenti davvero.
    Lavoro in una multinazionale e posso confrmare tutto.
    Personalmente ho rinunciato da tempo a questa religione, alle cene col capo, alle riunioni fino a notte …
    Ho uno stipendio bassino ma dedico tempo alla mia famiglia.
    Pranzare con i propri figli, cucinare per loro, fare una passeggiata a fine giornata con la propria moglie …non ha prezzo.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria