L’aumento dei costi per l’energia e le materie prime sta mettendo in luce un problema atavico, ma spesso sottovalutato da parte degli Imprenditori. Ovvero l’impatto degli sprechi nell’economia aziendale.
Il primo problema è legato innanzitutto alla definizione di “spreco”.
In pochi, infatti, concepiscono il fatto che ogni azione che non porti un reale valore aggiunto per l’azienda ed il cliente, può rappresentare un potenziale spreco.
Quindi in questa definizione rientrano una serie di situazioni molto abituali in un’azienda, che nessuno più vede come “anomale”: tempi morti, incomprensioni comunicative, scarsa chiarezza dei ruoli, conflitti interni, mancanza di procedure chiare, obiettivi vaghi o mai definiti, demotivazione, strumenti non aggiornati, competenze tecniche mediocri e tanto altro (ce ne sono un centinaio).
Ciascuna di queste situazioni potremmo paragonarle ad una puntura di spillo fatta ad un tubo di gomma, utilizzato per innaffiare. Da ciascun micro foro uscirebbero lentamente solo poche gocce d’acqua, ma alla fine della giornata (o di un mese, o di un anno) ci accorgeremmo di quanta acqua abbiamo inutilmente buttato via.
La prima cosa da fare, quindi, sarebbe prendere consapevolezza di quanti sprechi abbiamo in azienda, spesso piccoli ma ripetuti nel tempo. E iniziare a quantificare il danno in termini economici.
Quanto ci costa una non conformità? O un collaboratore bravo che se ne va a causa del pessimo clima in azienda? O un’incomprensione comunicativa che produce un errore in produzione? O il dover rifare un lavoro a causa della mancanza di procedure chiare?
Se iniziassimo a fare questo calcolo ci accorgeremmo di quanto questi sprechi impattano sulla marginalità, e di conseguenza sugli utili a fine anno.
Spesso i nostri migliori collaboratori sanno perfettamente dove si trovano questi sprechi, ma nessuno ha il tempo o l’umiltà per andarglielo a chiedere.
Eppure basterebbe questo per intraprendere una serie di azioni correttive, finalizzate a rendere più efficienti le persone e più gratificante il lavoro di tutti.
[di Fabrizio Cotza]
Parole sante!!!